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BUONO A SAPERSI 10 SETTEMBRE 2024

Truffa della carta di credito: anche David Riondino nella trappola

I raggiri sono sempre in agguato. I malviventi ne creano continuamente di nuovi e non guardano in faccia nessuno, lo dimostra il fatto che anche David Riondino sia stato colpito dalla truffa della carta di credito. Al regista sono stati rubati ben 11.422 euro, tramite 23 bonifici da 495 euro più le commissioni.

L’unico modo per evitare di rimanere vittime di certi delinquenti è conoscere il loro modus operandi e imparare a riconoscere gli indizi sospetti. La regola numero uno poi è non rilasciare mai dati sensibili a nessuno, a meno che non si è certi che si tratti di canali bancari ufficiali.

David Riondino denuncia la truffa telefonica col nome di Nexi

La truffa della carta di credito ha colpito anche personaggi dello sport e dello spettacolo. Dopo la denuncia di Paolo Casarin, a raccontare la propria esperienza è stato David Riondino. Galeotto è stato il presunto acquisto di uno smartphone e un messaggio il cui mittente sarebbe stato Nexi, o almeno così è sembrato a una prima analisi.

Il messaggio si è poi rivelato falso, ma per sembrare autentico terminava con il numero di un servizio clienti per bloccare il pagamento qualora si fosse riscontrato un errore. Ed è stato proprio il numero 350 8042154 il ‘cavallo di Troia’ che ha dato il via al raggiro.

Riondino, ma non è stato il solo, pensava di parlare con un operatore autorizzato Nexi e di stare fornendo i propri dati per il blocco di un pagamento mai autorizzato. “Il presunto operatore mi guidava al blocco dei pagamenti ma, con un raggiro di parole, riusciva a farmi fare dei bonifici a cui seguiva un messaggio di transazione negata”, ha raccontato il regista e cantautore ai carabinieri.

“Questa operazione l’ho ripetuta per ben 23 volte, inserendo ogni volta un bonifico di 495 euro, più 1,61 euro di commissioni. Solo successivamente ho constatato che dal mio conto corrente era stata sottratta la somma totale di 11.422 euro”, ha aggiunto.

Il messaggio di errore, in un primo momento, gli ha fatto credere di aver digitato qualcosa si sbagliato, soltanto dopo ha fatto l’amara scoperta. Infatti 17 bonifici sono andati a favore di Giuseppina Monetti, per un totale di 8.442 euro, e altri sei sono andati nelle tasche di Lorenza Antonioli, per un importo di 2.979 euro. Le due donne, come spesso accade in questi casi, ad oggi sono irreperibili e i conti correnti utilizzati chiusi.

Come funziona la truffa telefonica della carta di credito finta

La truffa della carta di credito si basa su messaggi molto realistici e sulla buona fede delle persone. Un sms ben scritto, con link o contatti che permetterebbero di avere chiarimenti circa pagamenti sospetti, può trarre facilmente in inganno. Questo accade sopratutto se il mittente sembra essere un noto istituto bancario come Nexi.

Se si cade nella trappola di aprire un link, comporre un numero, dare i propri dati sensibili o autorizzare dei pagamenti seguendo le istruzioni di sedicenti bancari è davvero difficile capire in tempo che si tratta di un raggiro.

Ecco perché le forze dell’ordine raccomandano sempre di guardare con sospetto a determinate comunicazioni. Se si ricevono messaggi relativi a dei bonifici che sarebbero partiti dal proprio conto, la prima cosa da fare è non affidarsi alle soluzioni proposte: se si aprono dei link o si segue la voce guida di un presunto servizio clienti è quasi certo che si dia l’autorizzazione a delle transazioni.

Soprattutto dopo la truffa del conto bloccato, è certamente meglio controllare il proprio conto corrente e capire se effettivamente è avvenuto quanto comunicato tramite mail o SMS ed, eventualmente, chiedere lo storno e il blocco di eventuali altri pagamenti attraverso i canali ufficiali della propria banca. Così facendo è facile scoprire che si è trattato di un tranello.

Oltre all’accortezza di non comunicare mai i propri dati sensibili per telefono, è opportuno non affidarsi a comunicazioni che non arrivino tramite l’app certificata della propria banca. Se si ha un dubbio, prima di procedere, è sempre meglio chiedere chiarimenti alle autorità preposte e non farsi prendere dal panico. Qualora, nonostante tutto, si rimanesse vittime di una truffa informatica, il passo successivo è fare una denuncia alle forze dell’ordine.

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