Un disturbo per cui la pressione arteriosa, ovvero la forza necessaria a far scorrere il sangue in tutto il corpo, risulta eccessivamente alta: è l’ipertensione giovanile. Nello specifico, si sviluppa quando le pareti delle arterie perdono la loro elasticità naturale diventando rigide e di conseguenza i vasi più piccoli si restringono, facendo così innalzare i valori. Circa il 14% dei ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 35 anni ne soffre e questo dato è in continuo aumento, secondo quanto riportato dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa. L’unico modo per verificare se si soffre o meno di questa sintomatologia è misurare la pressione con costanza all’incirca per 15 giorni tramite uno sfigmomanometro, tenendo conto che i valori normali si aggirano intorno agli 80 di minima ed i 120 di massima. Inoltre, se uno dei due genitori presenta la stessa sintomatologia è molto probabile che anche uno dei figli ne soffrirà. Quali sono i rischi? Tra le malattie più comuni l’infarto, l’ictus e lo scompenso cardiaco. Possono anche verificarsi danni irreparabili al cervello, a causa dello scarso livello di ossigeno che vi arriva, portando nei casi più gravi alla rottura di piccoli vasi. A livello della vista può essere causa di retinopatia e provocare l’insorgere di insufficienza renale. La miglior cura è la prevenzione: evitare quindi di far assumere ai propri figli un quantitativo calorico giornaliero al di sopra dei valori consigliati e prestare molta attenzione al sale presente negli alimenti.