L’idea che gli ippopotami producano latte rosa è entrata nell’immaginario comune grazie ai cartoni animati e ai film, ma c’è un fondamento di verità in questa leggenda metropolitana. Effettivamente il latte di questi particolari mammiferi può apparire colorato ed è colpa della chimica. I terribili e solo apparentemente mansueti abitanti delle acque dolci africane sono noti per un insieme di abitudini uniche, ma è indubbiamente questo fenomeno a suscitare più curiosità. Vediamo cosa c’è di vero.
Di che colore è il latte di ippopotamo
Partiamo da sottolineare l’ovvio: il latte degli ippopotami, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è realmente rosa. Come tutti i mammiferi anche loro secernono latte bianco. La credenza popolare ha origine da un malinteso relativo a un’altra sostanza naturale prodotta da questi animali.
La loro pelle si ricopre infatti di due diverse sostanze oleose che creano una sorta di sudore rosso, chiamato anche “sudore di sangue“. In realtà il sangue non c’entra niente: si tratta di acido ipposudorico, tendente al porpora, e di acido noripposudorico, che invece è arancione o ambrato. Serve a proteggere gli ippopotami, che sono quasi completamente glabri, dai raggi UV e impedisce la proliferazione di batteri gram negativi sull’epidermide.
Queste secrezioni si possono mescolare al latte, tingendolo temporaneamente di rosa, quando le madri allattano i loro piccoli. Succede perché le mamme allattano spesso mentre sono parzialmente immerse in acqua fangosa, più calda, o poco dopo essere emerse, e quindi iniziano a “sudare”.
Le abitudini anfibie degli ippopotami
Quella del latte rosa non è l’unica caratteristica affascinante e degna di nota degli ippopotami, a iniziare dal loro stile di vita semi-acquatico. Passano fino a 16 ore al giorno sommersi in acque dolci per mantenere la loro pelle sensibile protetta dal sole africano bruciante. Nonostante la corporatura massiccia, in acqua sono sorprendentemente agili. Inoltre possono chiudere le narici e le orecchie per impedire l’ingresso dell’acqua mentre sono sommersi.
Un’altra peculiarità è la loro dieta. Nonostante le loro grandi dimensioni, gli ippopotami sono esclusivamente erbivori. Di notte emergono dall’acqua per pascolare sulle rive, consumando fino a 35 kg di erba in una singola notte. La loro dentatura si è adattata per combattere, con grandi canini e incisivi che crescono continuamente e per tutta la vita. Sono usati efficacemente durante i conflitti territoriali tra maschi e per difendersi dai predatori.
Che carattere hanno gli ippopotami
Anche le loro abitudini sociali sono decisamente particolari. Vivono in gruppi, detti banchi, che possono contenere decine di individui. Sono guidati da un ippopotamo maschio dominante e, cosa più unica che rara nel mondo animale, le femmine che possono spostarsi liberamente tra le varie comunità.
La comunicazione tra ippopotami è complessa e include una varietà di suoni che vanno dai grugniti ai ruggiti, particolarmente intensi durante le interazioni aggressive o il corteggiamento. Si sono evoluti poi per riuscire a emettere versi sia in superficie che sotto l’acqua.
Nonostante la loro apparenza docile bisogna sottolineare che gli ippopotami sono tra gli animali più pericolosi in Africa. La loro aggressività, abbinata alla velocità sorprendente sia in acqua che a terra, rende gli incontri ravvicinati con gli esseri umani estremamente rischiosi, nonostante l’innegabile fascino di questi giganti anfibi.