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CURIOSITÀ 30 NOVEMBRE 2024

Troppe microplastiche nell’ambiente per colpa degli pneumatici

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

È stato rivelato un dato allarmante, che peggiora la situazione già preoccupante relativa all’inquinamento ambientale. Un recente studio cinese ha infatti dimostrato come, ogni anno, miliardi di veicoli in tutto il mondo rilascino circa 6 milioni di tonnellate di microplastiche derivanti dai frammenti di pneumatici. Queste si disperdono a causa dell’usura delle gomme, finendo nel terreno, nei fiumi e nei laghi e nel cibo. I ricercatori ne hanno trovato quantità considerevoli nella maggior parte dei campioni di urina analizzati.

Gli oggetti che rilasciano più microplastiche sono gli pneumatici

Non si parla di quantità irrisorie. Il 28% delle microplastiche che finiscono nell’ambiente, a livello globale, infatti, dipende dagli pneumatici. E si tratta anche di materiali con caratteristiche tali da necessitare di approcci specifici.

Nonostante la portata del problema, le particelle di pneumatici sono passate inosservate. Spesso raggruppate con altre microplastiche, raramente vengono trattate come una categoria di inquinamento distinta, ma le loro caratteristiche uniche richiedono un approccio diverso. Riconoscerlo potrebbe portare alla sensibilizzazione della politica e a soluzione mirate.

Le gomme dei veicoli, infatti, sono composte da una miscela complessa di fibre sintetiche e naturali. Inoltre contengono centinaia di additivi chimici. L’ossido di zinco, per esempio, è presente per circa lo 0,7% del peso di uno pneumatico. E si tratta di una sostanza altamente tossica per i pesci, soprattutto per i salmoni Coho.

Ad allarmare gli esperti è anche la presenza di un altro additivo nocivo: è il 6PPD e serve a proteggere gli pneumatici da eventuali crepe e lesioni. Tuttavia, a contatto con l’aria e l’acqua si trasforma in 6PPD-chinone, responsabile di una moria di massa dei pesci che nuotano nei fiumi degli Stati Uniti. A peggiorare la situazione è il peso dei veicoli più pesanti – auto elettriche comprese – che logorano la gomma di più e più velocemente.

Gli altri studi sull’inquinamento dovuti agli pneumatici

Quello appena descritto non è l’unico studio a supporto della teoria secondo la quale le microplastiche rilasciate dagli pneumatici siano altamente inquinanti. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Amburgo, nell’aria della città tedesca sono state rilevate quantità variabili di particolato PM10 e PM2.5. Precisamente, il 12% del particolato urbano proviene dall’usura degli pneumatici e da quella dei freni. Come se non bastasse, poi, non si tratta di una situazione localizzata: nella stessa situazione pare si trovino diverse città europee.

A incidere sono il traffico intenso e le carreggiate strette. Non ci si deve concentrare quindi soltanto sulle emissioni dei gas di scarico. Inoltre, le microplastiche non restano sospese nell’aria: quando piove finiscono nelle fogne. Johannes Neupert, esperto di gestione delle acque urbane presso la TU di Berlino, mette in guardia su un dato importante: “Ogni anno, nelle strade dell’Unione Europea si accumulano circa 450.000 tonnellate di pneumatici usurati. Una porzione significativa finisce nei corsi d’acqua, aggravando l’inquinamento ambientale”.

A confermare quanto sinora detto, ci ha pensato anche un rapporto del Pew Charitable Trust che risale al 2020. Secondo quanto si legge, infatti, il 78% delle microplastiche presenti negli oceani proviene dalle ruote dei veicoli. Questi, per il 24%, sono composti da gomma sintetica, prodotta dal petrolio e che si decompone con l’usura degli pneumatici. Secondo una ricerca di Yale Environment 360, materiali pesanti come rame, piombo e zinco provocano danni gravissimi e più di 400 sostanze e composti chimici, molti dei quali cancerogeni compongono le gomme che ogni giorno circolano sulle strade di tutto il mondo.

Fra i rimedi possibili si può mettere in atto una guida meno brusca e che richieda meno frenate, in modo tale da ridurre anche il consumo di carburante, ma non basta. È necessario sviluppare nuovi sistemi di filtraggio per impedire che le microplastiche finiscano nelle acque reflue.

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