Dopo centinaia di piccoli terremoti per più di due settimane sulla penisola di Reykjanes, la regione più popolata dell’Islanda, gli esperti temono un’imminente eruzione vulcanica nei pressi di Grindavik. Le autorità islandesi si stanno attivando per limitare i danni e prevenire i rischi di una possibile grande fuoriuscita di lava e fumo. Alcune città sono già state evacuate e si monitora la situazione anche riguardo allo spazio aereo e all’eventualità di cancellare voli con traiettoria in prossimità del cielo dell’Islanda.
Imminente eruzione del vulcano in Islanda: cosa sta succedendo
Intorno a metà novembre 2023 è iniziata un’attività sismica in Islanda in un’area a nord di Grindavik, una città di pescatori di 3.400 persone, che è già stata evacuata. Sotto terra è stata segnalata la presenza di un enorme volume di magma, un corridoio lungo circa 10 chilometri, che si starebbe rapidamente dirigendo verso il sistema vulcanico Svartsengi, sede di un’importante centrale geotermica, e Grindavik. Al momento sotto la regione c’è uno strato di magma che ribolle a circa un chilometro di profondità, mentre i terremoti hanno causato la comparsa di grandi crepe nelle strade e nei campi da golf.
L’ipotesi degli esperti è che, probabilmente nei prossimi giorni, possa verificarsi l’eruzione del vulcano lungo un percorso di una quindicina di chilometri da una zona a nord est di Grindavik fino quasi a raggiungere il mare. Il problema è che non si sa quando esattamente l’attività vulcanica esploderà e neanche in quale punto esatto e con quale intensità.
Il vulcano di Grindavik bloccherà il traffico aereo? Cosa rischiamo
Nel frattempo, sta salendo l’allerta per possibili disagi per chi viaggia in aereo. Già nel 2010, infatti, una grande eruzione in Islanda aveva causato gravi problemi nei cieli tra l’Europa e il Nord America. L’Ufficio meteorologico islandese ha fatto sapere che “on è possibile determinare con esattezza se e dove il magma potrebbe raggiungere la superficie”. Intanto le autorità islandesi hanno innalzato l’allerta per l’aviazione ad arancione proprio per il rischio eruzione.
Le eruzioni vulcaniche rappresentano un pericolo per i viaggi aerei a causa delle ceneri rilasciate nell’atmosfera che possono causare il malfunzionamento dei motori dei velivoli, danneggiare i sistemi di controllo e ridurre la visibilità.
Nel 2010 l’Europa rimase bloccata a causa del vulcano Eyjafjallajökull
Il precedente islandese risale al 15 aprile del 2010 quando ebbe inizio una delle fasi più violente dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull. L’enorme quantità di ceneri emesse a causa dell’improvviso scioglimento del ghiacciaio che copriva i crateri, portò alla paralisi del traffico aereo dell’Europa per più di una settimana. Almeno 20 paesi chiusero lo spazio aereo con oltre 100.000 voli cancellati per un periodo di otto giorni e 10 milioni di persone rimasero senza possibilità di spostarsi via aerea. Lo stop ai voli durò infatti dal 15 al 23 aprile 2023.
Il piano dell’Islanda per fermare l’eruzione del vulcano con l’acqua
Quasi come la previsione di Nostradamus su un’eruzione in Italia distruttiva, il timore riguardo al vulcano islandese è che possa provocare ingenti danni. Per questo motivo le autorità del Paese hanno già previsto un piano. Si starebbe valutando la possibilità di inondare d’acqua la lava prodotta da un’eventuale eruzione del vulcano vicino Grindavik, per raffreddarla e proteggere così l’omonima vicina cittadina.
Non sarebbe la prima volta che si fa ricorso all’acqua per frenare i fiumi di lava. L’Islanda lo ha già fatto nel 1973, quando una fessura si aprì a 150 metri dal centro della città dell’isola di Heimaey. In quell’occasione l’espediente permise alla protezione civile di rallentare e controllare il movimento della lava.