Il Sole ha un’attività magnetica ciclica lunga in media 11 anni che parte da un minimo, raggiunge il massimo e poi ricomincia con una nuova fase di identica durata. La lunghezza del periodo non è strettamente regolare, ma può variare tra i 10 e i 12 anni. Durante il periodo di minimo dell’attività possono passare anche settimane intere senza che sia visibile alcuna macchia sul disco del Sole, mentre durante il massimo è possibile osservare la presenza contemporanea di diversi grandi gruppi di macchie. A fine 2024 è ufficialmente iniziato il picco massimo dell’attività solare ma alcuni scienziati stanno avvertendo sui rischi di quanto accadrà dopo. Terminata la fase esplosiva si entrerà in una zona di battaglia solare.
Cos’è la “battle zone” del Sole e quando arriva
La cosiddetta “Battle zone” è una fase relativamente poco studiata del ciclo solare, in cui sul sole emergono giganteschi buchi coronali. Ciò potrebbe rappresentare un evento disastroso per i satelliti in orbita attorno alla Terra. Il periodo di massima attività della nostra stella è caratterizzato da potenti eruzioni che scagliano nubi di particelle cariche sulla Terra, innescando intense tempeste solari che dipingono vibranti aurore nel cielo notturno.
A metà di questo periodo, il campo magnetico del sole si ribalta completamente, portando a un’eventuale riduzione delle macchie solari e dell’attività solare fino al raggiungimento del “minimo solare” e all’inizio del ciclo solare successivo. Negli ultimi anni, però, l’attività solare è aumentata fino a portare gli scienziati a parlare di tsunami solari e a ritenere che il picco possa durare anche uno o più anni.
Recentemente una nuova società di previsioni meteorologiche spaziali, la Linker Space, ha invece spiegato che, probabilmente nel giro di un paio d’anni, comincerà una nuova fase del ciclo solare, nota come zona di battaglia. Le date di durata della “Battle zone” ipotizzate vanno dall’inizio nel 2026 o 2027 fino a terminare nel 2028.
Cosa succede durante questa nuova fase solare
Durante la zona di battaglia, l’attività geomagnetica nell’alta atmosfera potrebbe aumentare fino al 50% rispetto al normale. Ciò significa la zona di battaglia è potenzialmente più pericolosa del massimo solare. Il numero di brillamenti solari rimarrà elevato per diversi anni dopo il picco perciò la Terra verrà colpita da tantissime tempeste solari. Inoltre si formeranno buchi coronali, ovvero gigantesche macchie scure create dal campo magnetico che colpiranno la corona solare, o l’atmosfera esterna.
I buchi coronali sono pericolosi perché possono creare raffiche forti di vento solare che potranno causare danni ai nostri sistemi di comunicazione satellitare e radiofonica e alla navigazione Gps. C’è il rischio che i veicoli spaziali in orbita possano subire un’ulteriore resistenza, ricadendo sulla Terra. Attualmente nell’orbita terrestre gravitano circa diecimila oggetti a seguito dei lanci record dei recenti progetti come la costellazione Starlink di SpaceX. Con la situazione attuale, le probabilità che il clima solare scateni disastrosi malfunzionamenti dei satelliti crescono sempre di più. Gli scienziati continuano a monitorare la situazione meteorologica nello spazio per prevenire danni, ma non resta che attendere per vedere che tipo d’impatto la Battle zone avrà sulla Terra.