Preferire un colore piuttosto che un altro è un modo per affermare la propria personalità ed esprimere un particolare stato d’animo. Chi sceglie il viola, di solito, si trova in un momento esistenziale di profonda trasformazione. Questa tinta si associa normalmente ad una fase di passaggio, ad un moto interiore che rompe gli equilibri per portare l’individuo ad evolversi ed affrontare nuove sfide ed opportunità, spesso passando attraverso il sacrificio.
Nella filosofia della spiritualità, rappresenta il settimo chakra e si posiziona sopra la testa, consentendo l’unione tra l’umano e il divino.
Simbolismo del viola
Il viola si ottiene mescolando in parti uguali i due colori primari blu e rosso, che rappresentano rispettivamente la saggezza e l’amore. La loro unione, quindi, è densa di significato soprattutto per i Cristiani, che la associano a misticismo, pentimento e riflessione. I paramenti per le cerimonie funebri, ad esempio, sono viola, così come quelli che si usano durante il periodo dell’Avvento e della Quaresima.
Nel mondo del Teatro, continua a resistere la sua fama di porta sfortuna: ciò deriva dal fatto che, nel periodo quaresimale, venivano vietate tutte le rappresentazioni e gli spettacoli, cosa che causava una notevole perdita di guadagni per attori ed impresari. In Oriente, invece, questo colore è simbolo di vizio e malvagità: in Giappone è addirittura vietato ai matrimoni.
Un colore non per tutti
Alcuni sociologi sostengono che il viola sia uno dei colori meno amati in assoluto: nel cosiddetto neuromarketing, però, questa tinta e le sue diverse sfumature evocano vanità, fantasia, eleganza e lusso. Non è un caso che vengano spesso utilizzate nel settori della cosmesi, dei profumi e della moda, specialmente femminile.
Grazie alle vibrazioni di questo colore, che scacciano l’angoscia e favoriscono l’introspezione, tinteggiare di viola le pareti di una stanza rende l’ambiente adatto alla concentrazione, alla meditazione ed alla solitudine, rivelandosi ideale per chi studia o scrive per lavoro. Perfetto anche in ambito professionale, perché ispira rispetto e istituzionalità, che potrebbero adattarsi a studi medici e legali. Sconsigliato, invece, in cucina o in salotto, dove dovrebbe regnare la convivialità.
Curiosità storiche
Il viola è un colore di cui la natura non è particolarmente ricca e riprodurlo in diverse sfumature non è facile. Nell’antichità, per ottenere coloranti di questo tipo si utilizzava il succo di un lichene endemico delle isole Canarie, la Roccella Tinctoria, che veniva considerato una sorta di surrogato del porpora che si estraeva dai molluschi e che era molto costoso.
Durante il Medioevo, si pensava al viola come ad un blu molto scuro e per definirlo si usavano i termini “sottonero” o “seminero“. Solo successivamente si diffuse la consuetudine di definire questo colore con il nome del fiore che ne ricordava meglio la sfumatura.