Lada, storia e curiosità della Casa automobilistica russa

La Casa russa è entrata nell'immaginario collettivo grazie alla Lada Niva, un SUV ante litteram in grado di farsi apprezzare anche dagli automobilisti europei

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Marco Di Marco

giornalista pubblicista

Laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista che da sempre ama le auto. Ha sempre avuto la passione per il giornalismo automobilistico scrivendo sia di prodotto che di motorsport.

Pubblicato: 19 Giugno 2024 16:11

Il mondo dell’auto è decisamente variegato. Se negli ultimi anni sono soprattutto i costruttori cinesi a prendere piede ed invadere il mercato europeo con vetture elettriche in grado di sfidare ad armi pari i marchi più blasonati, negli anni ’60 erano molte di meno le Case che potevano destare curiosità tra gli automobilisti per via di un pedigree poco conosciuto. Tra queste c’era senza dubbio la Lada, un progetto creato ad hoc per il mercato russo.

Il fondamentale aiuto della FIAT

La storia della Lada nasce verso la metà degli anni ’60, precisamente nel 1964, quando il governo sovietico decise di dare il via libera alla costruzione di uno stabilimento a Toggliattigrad dedicato alla realizzazione di vetture dedicate al popolo russo. Due anni più tardi, nel 1966, la costruzione degli stabilimenti venne affidata alla FIAT e proprio dalla Casa torinese fu acquistata la licenza per produrre nei nuovi stabilimenti la 124 in versione berlina e station wagon.

I lavori per la realizzazione dell’impianto terminarono nel 1970 ed una volta a regime il sito produttivo era in grado di “sfornare” fino ad 1 milione di veicoli l’anno. La prima vettura realizzata nell’imponente stabilimento fu la Lada 2101, meglio nota come Zhigulì, veicolo esteticamente identico alla FIAT 124 ma con alcuni accorgimenti specifici per i territori russi che andavano ad incidere sulle sospensioni – riviste – e sul motore progettato dalla istituzione scientifica russa NAMI.

Il successo in patria della 2101 è stato enorme e fa specie pensare come un veicolo progettato e realizzato a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 sia rimasto sul mercato interno fino al 2012. Un vero e proprio record. Tuttavia la 2101 non è stata l’unica automobile di successo per Lada. La Casa russa sul finire degli anni ’70 – per la precisione nel 1977 – ha messo in commercio un fuoristrada che sarebbe riuscito a travalicare i confini della patria: la Lada Niva.

Un SUV ante litteram in grado di riscuotere un discreto successo anche sul mercato europeo. Anche in questo caso la meccanica della Lada Niva sfruttava ciò che metteva a disposizione la FIAT e sotto il cofano del fuoristrada trovava spazio il motore da 1,6 litri. Le differenze principali rispetto ai veicoli torinesi si avevano a livello tecnico dove la Niva poteva giocare la carta della trazione integrale permanente, della scocca portante e del differenziale centrale bloccabile.

Il successo della Lada Niva è stato inatteso forse anche per la stessa Casa russa che nel 2022 ha celebrato i 45 anni del modello ed il traguardo dei 2,5 milioni di unità prodotte. Un risultato andato ogni più rosea aspettativa che ha spinto la Lada a progettare l’erede in chiave moderna della Niva, la Vision. Il concept però è rimasto allo stato di ipotesi perché, complice lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina nel 2022, il progetto è stato bloccato.

I cambi di proprietà degli ultimi anni

Altro modello che in Russia ha riscosso un notevole successo è stata la Lada Samara, berlina due volumi che ha segnato una svolta per la Casa russa. La Samara, infatti, è stato il primo modello con marchio Lada a poter vantare la trazione anteriore. Una novità questa che andava a braccetto con l’adozione di una gamma motori da 1,1 o 1,3 o 1,5 litri e delle raffinate sospensioni posteriori a ruote interconnesse. Scarso, invece, il successo in Europa per via di una qualità costruttiva con qualche pecca.

Gli anni 2000 hanno visto la Casa russa impegnata anche nelle competizioni sportive. in particolare nel Mondiale Turismo dove sulle piste del campionato sono state protagoniste la Lada Granta prima e la Lada Vesta poi. Se sui circuiti di tutto il mondo le vetture russe hanno ottenuto inaspettati successi, ben più complesse sono state le vicende societarie andate in scena dietro le quinte che hanno fatto tribolare il marchio.

Dopo l’addio da parte di FIAT, infatti, la Lada è entrata in orbita Renault. Il marchio francese, nel 2008, ha acquistato il 25% di AvtoVaz per poi avviare una serie di investimenti progressivi mirati ad un rafforzamento delle sue attività russe, e passare negli anni successivi al 68% di Lada. Il conflitto tra Russia ed Ucraina, però, ha stravolto i piani e nel 2022 Renault ha ceduto le sue quote a NAMI, l’Istituto centrale di ricerca e sviluppo su automobili e motori.