Il business parallelo di Tesla: incassi record oltre le auto

Nel 2023, Tesla ha incassato oltre 1,5 miliardi di euro senza vendere neanche un'auto: l'azienda di Musk "arrotonda" cedendo crediti carbonio ai competitor

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Alessandra Caraffa

Esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Il mercato di Tesla non si limita alle auto elettriche: tra i finanziatori più eminenti della Casa californiana, infatti, ci sono gli altri produttori di autoveicoli. Il “business parallelo” di Tesla vale quasi il 10% del fatturato totale dell’azienda, 1,68 miliardi di euro soltanto lo scorso anno.

Le auto, però, non c’entrano: uno dei prodotti di maggior successo del brand di Elon Musk sono i certificati sulle emissioni, o crediti carbonio, che vengono acquistati dai produttori (anche europei) che non rispettano i limiti sulle emissioni di CO2.

Tesla: quasi 2 miliardi senza vendere auto

Nel 2023, la vendita di crediti carbonio ha fruttato a Tesla quasi 1,7 miliardi di euro, la cifra più alta di sempre – nonché circa il 10% del fatturato totale dell’azienda di Elon Musk. Merito anche del mercato dei certificati: almeno in Europa, la compensazione di una tonnellata di CO2 è arrivata a costare oltre 100 euro, 20 volte il valore di scambio del 2017.

La vendita di crediti carbonio non è una novità per Tesla, anzi: nel 2020, la vendita di questi certificati aveva fruttato oltre 1 miliardo e mezzo di dollari, e le entrate non hanno fatto che crescere da allora. Nel 2022 Tesla ha incassato 1,59 miliardi di euro; nel 2023, la cifra è arrivata a toccare 1,7 miliardi.

Un business decisamente florido, quello dei certificati, che vede come principali acquirenti dei crediti Tesla proprio quelli che di solito sono tra i suoi competitor: tra gli altri Honda e Fca, oggi Stellantis, che ha un contratto pluriennale da 1,8 miliardi con Tesla. Produttori che non riescono a rispettare i limiti sulle emissioni di CO2 e che devono compensare gli “sforamenti” delle nuove flotte acquisendo crediti da imprese virtuose come Tesla.

Tesla contro BYD (anche sui crediti carbonio)

Secondo i dati della Securities and Exchange Commission statunitense, dal 2009 ad oggi Tesla avrebbe incassato quasi 8 miliardi e mezzo di euro dalla vendita di crediti di carbonio. Un vero e proprio business parallelo, quello dell’azienda californiana, che vende a caro prezzo un vantaggio competitivo ormai strutturale – almeno a livello di emissioni – che non teme crolli in borsa né competitor particolarmente agguerriti.

Le auto cinesi, che spaventano non poco Musk, non possono competere sul fronte dei certificati carbonio: BYD può superare Tesla nelle vendite di auto elettriche negli USA e in Europa, ma gli asset dell’azienda californiana in materia di crediti carbonio sono un patrimonio che attualmente non conosce rivali né crisi.

D’altro canto, Tesla ha venduto più auto elettriche di chiunque altro anche nel 2023 (oltre 1,8 milioni di veicoli, con la Model Y auto più venduta d’Europa e del mondo). Lo scorso anno, però, le vendite di BYD sono cresciute molto più rapidamente di quelle della Casa statunitense (quasi del doppio), e il sorpasso è ormai considerato un dato di fatto.

Tesla potrebbe incontrare di nuovo il rivale cinese nel business di crediti carbonio, in cui BYD è attiva da anni: la Casa cinese, tra le realtà destinate a cambiare il mercato europeo dell’automotive, potrebbe entrare in competizione con Tesla anche sul fronte dei certificati. E a quel punto, la sfida sarà ancora più divertente (almeno per i consumatori).