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CURIOSITÀ 09 OTTOBRE 2024

Campi Flegrei verso la frattura: il nuovo studio sul bradisismo

Christian Casale

Christian Casale

Giornalista e videomaker

Conduttore e giornalista con lunga esperienza in radio e televisione in ambito nazionale. Per professione e passione mi occupo di videomaking, con una particolare propensione alla post produzione. Amo la divulgazione e lo sport.

I Campi Flegrei sono un’area vulcanica situata vicino a Napoli, famosa per la sua attività geotermica e la presenza di crateri, fumarole, sorgenti termali e caldere, cioè depressioni formate dal collasso della superficie a seguito di una massiccia eruzione vulcanica.

La zona continua a essere una delle aree vulcaniche più monitorate a livello mondiale per la sua importanza geologica e i rischi potenziali. Un nuovo studio sul bradisismo parla di una frattura molto pericolosa, che va tenuta sotto stretta osservazione.

Lo studio sul bradisismo e le aree di fratture

Il bradisismo è un fenomeno geologico caratterizzato dall’innalzamento o abbassamento lento e periodico del suolo, causato da variazioni nella pressione sotterranea, legata all’attività vulcanica. A differenza dei terremoti, il bradisismo non causa scosse improvvise, ma un lento movimento del sottosuolo nel tempo.

L’area vulcanica dei Campi Flegrei nel corso dei decenni ha fatto registrare episodi significativi, con sollevamenti del terreno che hanno portato all’evacuazione di alcune zone della città e danni alle infrastrutture. Uno degli eventi più importanti ha portato il terreno nella zona di Pozzuoli a sollevarsi di circa 3 metri.

Il fenomeno del bradisismo è attentamente monitorato, poiché potrebbe rappresentare un indicatore importante dell’attività vulcanica sotterranea, con tutti i rischi a essa annessi. “Abbiamo rilevato un ampliamento delle zone di frattura nella parte occidentale della caldera, a una profondità di circa 3.000 metri sotto il livello del mare. La fase di instabilità dei Campi Flegrei è ancora in corso, con un progressivo ampliamento delle zone di frattura verso sud e ovest”, ha dichiarato Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv.
Una ricerca pubblicata sulla rivista internazionale Physics of the Earth and Planetary Interiors, prende in esame i dati acquisiti tra il gennaio 2000 e il dicembre 2023. L’obiettivo è quello di comprendere meglio i fenomeni che caratterizzano la crisi vulcanica. “A partire dal 2010 abbiamo osservato un incremento sia di sciami che di eventi, il che suggerisce un’evoluzione dell’attività sismica della caldera”, ha spiegato Edoardo Del Pezzo, associato di ricerca dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e primo autore dello studio. La buona notizia è che non è stato registrato un aumento significativo dell’energia rilasciata all’interno di ciascuno sciame nel tempo.

Secondo la dottoressa Bianco, le aree di frattura coincidono con zone caratterizzate da forti contrasti di attenuazione sismica, suggerendo un’intensa attività di deformazione delle rocce. Ciò conferma che la fase di instabilità è ancora in corso, con un progressivo ampliamento delle zone di frattura verso sud e ovest.

Cosa sta succedendo ai Campi Flegrei ora

Dati alla mano, impossibile abbassare la guardia. Ma il mese di settembre 2024 ha fatto registrare meno scosse e con una velocità di sollevamento del suolo rallentata rispetto alle settimane precedenti. Si è passati dai 634 terremoti di agosto ai 160 di settembre. Calano anche le magnitudo delle scosse: se il 26 luglio 2024 si era registrata una magnitudo di 4.0, a settembre la massima è stata di 1.9. Anche la velocità con cui il suolo si sta sollevando è calata, dimezzando i valori tra agosto e settembre. Stesso discorso per il fondale marino della caldera. Quel che sta succedendo ai Campi Flegrei suggerisce non vi siano elementi tali per indicare evoluzioni a breve termine e il monitoraggio dell’area permane al livello di allerta Giallo.

Come detto, però, l’instabilità della zona non permette di dormire sonni tranquilli. Ne sanno qualcosa gli abitanti di quell’area. Ecco perché si è costantemente impegnati in prove di evacuazione. Nella prima metà di ottobre 2024 il Servizio nazionale della protezione civile è impegnato nell’esercitazione nazionale chiamata Exe Flegrei 2024. La simulazione porta a una ipotetica fase di allarme per eruzione imminente, con innalzamento del livello di allerta a rosso. L’esercitazione è accompagnata dall’IT-alert inviato ai cellulari presenti nel territorio della Regione Campania. Grazie ai test, alle simulazioni e ai feedback raccolti sarà possibile verificare il processo di trasmissione dei messaggi, il comportamento delle celle telefoniche e la relativa copertura per migliorare il sistema e renderlo sempre più efficace.

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