Simbolo dell’italianità insieme al mandolino, la pizza è uno dei piatti per eccellenza della nostra cucina, in particolare quella napoletana. È talmente apprezzato in ogni angolo del globo da essersi meritato il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità. Una curiosità? TasteAtlas ha decretato la cucina Made in Italy la migliore al mondo, superando il Giappone, proprio grazie alla pizza che ha ricevuto la valutazione più alta rispetto ad altri piatti.
Altro dettaglio? La miglior città del cibo è Roma proprio con la pizza al taglio, la pasta carbonara, la cacio e pepe e altre ricette tipiche. Ma allora Napoli? È terza con la pizza margherita, ma quindi sorge il dubbio: chi ha inventato la pizza?
Dove è nata la prima pizza al mondo e come veniva fatta
Da premettere che l’antenato della pizza risale addirittura alla preistoria, con la scoperta del fuoco e l’invenzione del forno a legna si iniziò a realizzare un pane dalla forma appiattita simile appunto alla focaccia o alla pizza. Secondo alcuni storici, le popolazioni della Sardegna conoscevano e usavano il lievito già più di tremila anni fa.
La prima attestazione del termine pizza risale però al latino volgare di Gaeta nel 997, come compenso per contratti di affitto di mulini situati tra Lazio e Abruzzo. Solo nel XVI secolo venne per la prima volta dato il nome di pizza, che deriva dall’evoluzione della parola greca πιττα (pitta), che significa focaccia, a un pane schiacciato che si faceva a Napoli.
Perché Napoli è considerata la capitale della pizza
In realtà un tipo di focaccia, senza pomodoro e formaggio, era già conosciuto e apprezzato anche ai tempi degli antichi Greci e si narra che il re dei persiani Dario Il Grande amasse un tipo di pane farcito di datteri e formaggio.
I primi comunque a usare il termine pizza per questo piatto sono stati i napoletani che, fino al XVII secolo, ne realizzavano versioni solo con condimento bianco. In ogni caso, ecco perché i partenopei sono considerati gli inventori del piatto più buono al mondo.
Con l’arrivo in Italia del pomodoro, si è iniziato a condire questo tipo di pane con la salsa rossa. La prima ricetta della pizza, così come la conosciamo oggi, risale appunto a un trattato dedicato all’arte culinaria napoletana, stampato nel capoluogo campano nel 1858. Qui è contenuta la prima descrizione dettagliata del modo in cui in quegli anni si preparava l’autentica pizza napoletana, oggi nota come pizza vera o verace.
L’invenzione della pizza moderna: chi è Raffaele Esposito
Come abbiamo detto, la prima vera unione tra la pasta ed il pomodoro avvenne a metà del Settecento nel Regno di Napoli. L’invenzione ufficiale è attribuita a Raffaele Esposito, il cuoco della Regina d’Italia Margherita di Savoia, che nel giugno del 1889 creò in onore alla sovrana una pizza condita con i colori della bandiera italiana, ovvero pomodoro, mozzarella e basilico, che chiamò appunto pizza margherita.
Il successo di questo piatto fu planetario e, da fenomeno locale, da allora le pizzerie si sono diffuse in ogni parte del globo: grazie anche ai migranti italiani che dal Meridione hanno portato un assaggio delle loro origini in nuovi continenti.
Perché il 17 gennaio si festeggia il Pizza Day
Ovviamente al piatto più amato del pianeta non può non essere dedicata anche una giornata internazionale, il 17 gennaio di ogni anno si celebra infatti il World Pizza Day.
Si tratta del giorno di Sant’Antonio Abate, l’eremita del III secolo che rinunciò alle sue ricchezze per dedicare la sua vita agli altri. Il Santo è considerato il patrono dei fuochi e di tutte le professioni legate al calore delle fiamme e, di conseguenza, anche dei pizzaioli.
Per questo motivo si è scelto di far coincidere il World Pizza Day con la festa di Sant’Antonio Abate. A ideare questa giornata è stata l’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) nel 2018. Ogni anno, il 17 gennaio, per festeggiare i pizzaioli napoletani si concedono mezza giornata libera.