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INTRATTENIMENTO 19 MAGGIO 2025

Chi è Mark, il fratello di Jannik Sinner che fa il pompiere

Pasquale Barillà

Pasquale Barillà

Editor e videomaker

Da diversi anni faccio parte del mondo della produzione video: ho iniziato creando un prodotto a 360 gradi per poi specializzarmi nel montaggio video da remoto. Le passioni per la musica e l’insegnamento giocano un ruolo chiave nella creazione dei miei contenuti e nella stesura dei miei articoli.

Non tutti sanno che Jannik Sinner, il talento del tennis italiano salito alla ribalta mondiale, ha un fratello adottivo di nome Mark. Mentre Jannik scalava le classifiche ATP e conquistava i riflettori, Mark sceglieva una strada molto diversa, ma altrettanto significativa: quella del pompiere.

Durante gli Internazionali di Roma 2025 Mark non era presente tra il pubblico, e Jannik lo aveva preso in giro alla premiazione, dicendo: “So che ci sono tanti amici miei qui, grazie per essere venuti, grazie alla mia famiglia e un grazie speciale a mio fratello che piuttosto che essere qui è a Imola a vedere la Formula Uno”. Una battuta affettuosa che ha acceso i riflettori su di lui, dando spunto per raccontare meglio la sua storia.

Nato in Russia, poi adottato dai Sinner: la storia di Mark

Mark Sinner nasce in Russia e i suoi primi anni di vita sono segnati da difficoltà e incertezze. È ancora molto piccolo quando viene adottato dalla famiglia Sinner, che vive a Sesto, in Alto Adige, una zona di montagna dove la natura e la comunità giocano un ruolo centrale. La scelta dei genitori di Jannik di accogliere Mark in famiglia non è stata dettata dall’impulso, ma da un profondo senso di responsabilità e amore.

Crescere in una famiglia come quella dei Sinner, nota per il rigore, l’educazione e i valori solidi, ha dato a Mark una base stabile su cui costruire la sua identità. Mentre Jannik passava le giornate ad allenarsi tra campi da sci e campi da tennis, Mark seguiva un percorso più riservato, ma non meno intenso. I due fratelli sono cresciuti insieme, sostenendosi a vicenda in modi forse invisibili agli occhi esterni, ma fondamentali nella loro evoluzione personale.

Nonostante le origini diverse, Mark si è pienamente integrato nella comunità altoatesina e ha fatto della sua nuova vita una missione: restituire ciò che ha ricevuto. Questo spirito di servizio ha influenzato la sua decisione di intraprendere una carriera nel Corpo dei Vigili del Fuoco, dove oggi lavora come istruttore.

Il lavoro da istruttore dei Vigili del Fuoco

Mark Sinner lavora come istruttore per i Vigili del Fuoco, una figura di riferimento per chi si prepara a entrare in uno dei mestieri più impegnativi e rischiosi della società. Il suo compito non è solo quello di formare fisicamente e tecnicamente i nuovi membri, ma anche di trasmettere i valori fondamentali del corpo: solidarietà, tempestività, autocontrollo e spirito di squadra.

I colleghi lo descrivono come serio, determinato, ma anche capace di costruire rapporti umani sinceri. È una figura autorevole, rispettata non per il cognome che porta, ma per la professionalità con cui affronta ogni giorno il suo lavoro. La sua vita è fatta di turni lunghi, addestramenti, verifiche tecniche, ma anche di molta umanità. Si trova spesso a confrontarsi con giovani che vivono i primi approcci con un mestiere carico di responsabilità e, in quel contesto, diventa un mentore.

Il contrasto tra la vita sotto i riflettori di Jannik e quella operativa e concreta di Mark è evidente, ma mai in conflitto. Mark non ha mai cercato visibilità. Chi lo conosce sa che non ama parlare di sé, né tanto meno sfruttare il legame familiare per farsi spazio.

Il suo ruolo di istruttore va oltre la semplice trasmissione di nozioni. Si tratta di formare caratteri, di insegnare la calma sotto pressione, la gestione del pericolo, la capacità di lavorare in gruppo in condizioni estreme. È una missione quotidiana che richiede dedizione totale, e Mark la porta avanti con lo stesso impegno con cui il fratello affronta le finali nei tornei internazionali.

In famiglia i successi si vivono in modo sobrio. I genitori dei due ragazzi hanno sempre valorizzato l’impegno, non i risultati. Per questo motivo Mark è diventato un esempio di come si possa essere “grandi” anche senza apparire, anche scegliendo una strada silenziosa, fatta di concretezza e senso del dovere. Il suo lavoro come istruttore dei Vigili del Fuoco lo dimostra ogni giorno.

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