L’Italia è stata recentemente protagonista di una scoperta entomologica sorprendente: un nuovo insetto che ama nascondersi tra le pagine di vecchi libri e i quadri dei musei. Si tratta della Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina, una specie finora sconosciuta, che è stata osservata per la prima volta in alcune biblioteche e musei italiani. La scoperta è stata realizzata dagli entomologi guidati da Rinaldo Nicoli Aldini, che, insieme ad altri ricercatori, hanno monitorato la specie negli ambienti di conservazione dei beni culturali.
Che animale è la Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina
La Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina è un insetto appartenente alla famiglia degli psocidi, noti anche come “psochi”. Questo piccolo insetto, definito anche “secchione”, è stato trovato per la prima volta nella Biblioteca Monumentale del Collegio Alberoni di Piacenza, ma successivamente è stato individuato anche in altre strutture come la Biblioteca del seminario vescovile e il Museo civico di Cremona.
La specie si distingue per la sua tendenza a vivere in ambienti umidi e scarsamente illuminati, caratteristiche tipiche delle biblioteche, degli archivi e dei musei. Non è chiaro se si tratti di una specie endemica italiana o se sia arrivata da altri continenti, ma la sua presenza in ambienti chiusi e protetti suggerisce una capacità di adattamento unica.
Il comportamento e l’adattamento dell’insetto
La Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina (che deve parte del suo nome alle due Maria Cristina, Bertonazzi e Reguzzi, che hanno contribuito alla scoperta), si distingue per il suo comportamento adattivo in ambienti tanto inusuali quanto affascinanti come biblioteche e musei. Questi luoghi, dove l’umidità e la scarsa illuminazione sono spesso caratteristiche prevalenti, rappresentano un habitat ideale per molte specie di insetti, ma la capacità della Sphaeropsocopsis di prosperare in questi spazi è particolarmente interessante.
Questo insetto è estremamente discreto e si rifugia in angoli poco visibili, come fessure tra le pagine di libri o tra le cornici dei quadri, dove la sua presenza passa inosservata. La sua abitudine di nascondersi in questi spazi stretti è un comportamento che la rende meno vulnerabile ai predatori, come altri insetti o piccoli vertebrati, ma allo stesso tempo la rende difficile da individuare per gli esseri umani.
La dieta dell’insetto italiano: si nutre dei ragni e altri insetti
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina non danneggia né i libri né i quadri. La sua dieta è infatti detritivora, alimentandosi principalmente di carcasse di altri artropodi, come ragni e piccoli insetti morti. Gli esperti, tra cui il naturalista Nicola Bressi, suggeriscono che l’insetto trovi il suo cibo tra i detriti organici che si accumulano in questi ambienti. Questo comporta che, sebbene si aggiri tra le collezioni di libri e opere d’arte, la sua presenza non rappresenta un rischio per i beni culturali. Nonostante la sua curiosità per gli ambienti culturali, l’insetto sembra essere quindi completamente inoffensivo per gli oggetti che lo circondano.
La scoperta di questa specie ha suscitato grande interesse tra gli scienziati, che ora si preparano a condurre ulteriori ricerche per comprendere meglio le abitudini alimentari di questa specie, nonché il suo impatto sugli ambienti che frequenta. Per ora, la Sphaeropsocopsis utriusquemariaechristina è considerata una specie affascinante, simbolo dell’incredibile biodiversità che si può nascondere anche nei luoghi più inaspettati.