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CURIOSITÀ 23 SETTEMBRE 2022

L'incredibile storia del verme predatore

Esseri marini famelici e di origine preistorica: ecco l’incredibile storia del verme predatore.

Come rivelato dalla scoperta di fossili preistorici, l’Eunice aphroditois (detto anche Verme Bobbit) esiste da milioni di anni. Un predatore acquatico che vive nascosto sotto i fondali delle barriere coralline e che improvvisamente emerge dalla sabbia per assalire i pesci in modo vorace, con un morso aggressivo e potente.

Meglio non incontrarlo

Il Verme Bobbit è dotato di 5 paia di mascelle seghettate, capaci di far sanguinare anche il dito di un uomo. Vive in tutti i mari e gli oceani caldi, principalmente nell’Oceano Indiano e nel Pacifico Occidentale, ma lo si può trovare anche nel Mar Mediterraneo. Privo di occhi, può essere lungo da un metro a 3. Esce principalmente di notte per nutrirsi, per poi immergersi nuovamente sotto la sabbia con le prime luci dell’alba. Ha il corpo cosparso di setole urticanti, ma gli strumenti difensivi non finiscono qui: il Verme Bobbit è dotato di un veleno anestetizzante, utilizzato per immobilizzare le prede più grosse ed impedirne la fuga. Insomma, meglio stargli alla larga.

Tane fossili

L’esistenza dei moderni Eunice aphroditois è nota sin dalla fine del XVIII secolo, ma come detto il Bobbit risale all’epoca preistorica: alcune scoperte nelle acque dell’isola di Taiwan hanno portato alla luce una serie di cunicoli fossili datati Cenozoico, identificati proprio come le tane dei vermi. I reperti presentavano una parte terminale a forma di imbuto, dovuta forse agli scatti con cui i predatori uscivano dal loro rifugio per attaccare la preda. Ma non è tutto: sulla sommità dei cunicoli è stata scoperta un’elevata concentrazione di ferro; un dato significativo: di solito, il solfuro di ferro è prodotto da batteri che proliferano in ambienti ricchi di liquidi appiccicosi come il muco, probabilmente lasciato dai vermi durante il passaggio nei condotti e finalizzato a mantenere salda la struttura della tana.

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