Ad agosto 2024, per la prima volta, l’Agenzia meteorologica giapponese (JMA) ha lanciato l’allerta per un possibile megaterremoto nella Fossa di Nankai. Infatti si tratta di una zona sismica molto attiva, a largo dell’isola di Honshū, che viene costantemente monitorata visti i danni che potrebbe causare una scossa.
Con il termine informale megasisma si intendono le scosse di terremoto particolarmente violente, con una magnitudo di almeno 8.5. Per fortuna, si tratta di eventi tanto violenti quanto rari e le conseguenze dipendono anche dalla densità demografica dei luoghi colpiti.
Cos’è il megaterremoto disastroso atteso in Giappone
Il megaterremoto è un evento estremo. Negli ultimi 500 anni se ne sono verificati una decina ed è per la loro potenziale pericolosità che vengono lanciati gli allerta meteo e previsti dei piani di evacuazione ad hoc. I livelli di rischio sono due: uno più basso e uno più alto, che si innesca da una magnitudo 8 in poi. Fondamentale, in questi casi, è che la popolazione si prepari a una evacuazione immediata.
La magnitudo è l’unità di misura di un terremoto, con la quale si identificano la potenza e l’energia di un fenomeno naturale che può avere conseguenze disastrose. Basti pensare alle oscillazioni del terreno rilevate dai sismometri. Inoltre, la scala Richter è logaritmica, non lineare, e all’aumentare di un punto corrisponde un terremoto 30 volte più potente. Un sisma di magnitudo 3 è dunque 900 volte più forte di uno di magnitudo 1.
Il terremoto sinora documentato che ha provocato più vittime in assoluto è stato quello dello Shaanxi, in Cina, avvenuto il 23 gennaio 1556, con oltre 800.000 morti. Tuttavia tecnicamente non si è trattato di un megaterremoto, visto che non ha superato l’8.3 di magnitudo.
Quante vittime può fare un sisma della Fossa di Nankai
La fossa di Nankai – composta dalla fossa di Suruga a ovest e da quella di Sagami a est – è una depressione sottomarina nel Nankaidō, una regione a sud dell’isola giapponese di Honshū. È a causa di questa caratteristica strutturale, a 900 chilometri dalla costa e dovuta alla placca delle Filippine, che si rischia di assistere a un megaterremoto come il Big One di San Andreas. Questa verrebbe classificata come fossa oceanica, se non venisse riempita da un alto flusso di sedimenti. Per intendersi, nel nostro Paese, un’area altrettanto a rischio è quella dei Campi Flegrei, in Campania, nei pressi del Vesuvio.
A incidere sui potenziali sismi sono anche alcune elevazioni, descritte come una specie di montagne sottomarine. La frattura è stata suddivisa in cinque zone, in base alla modellizzazione sismica. Ogni area si comporta diversamente rispetto a potenziali terremoti, che si verificano con una frequenza che varia dai 90 ai 150 anni e che sono causati dall’irregolarità della crosta terrestre.
Secondo una ricerca scientifica commissionata dal Governo giapponese nel 2012, un megaterremoto di magnitudo 9 nella Fossa di Nankai potrebbe causare fino a 224.000 morti, tuttavia la cifra potrebbe ridursi dell’80% con un piano di evacuazione efficace e potrebbe scongiurare un terremoto catastrofico. Ecco perché l’amministrazione nipponica ha introdotto un piano di allerta specifico per i sismi con una magnitudo di 8.5 o superiore.