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BUONO A SAPERSI 13 OTTOBRE 2023

Scommesse e gioco d’azzardo sono illegali? Cosa si rischia

Il gioco d’azzardo è invitante quanto pericoloso. Il brivido di sfidare la fortuna e l’adrenalina che entra in circolo nel proprio corpo lo rendono davvero attraente. Tuttavia, oltre a essere illegale alle volte, può provocare una vera e propria dipendenza che si chiama ludopatia.

Che cos’è il gioco d’azzardo

Si definiscono giochi d’azzardo quelli in cui il fatto di vincere o di perdere dipende quasi esclusivamente dalla fortuna. Si ha memoria di queste pratiche sin dai tempi antichi: piccoli ossi cubici sono infatti i precursori dei dadi.

Lo sono anche i giochi di carte come poker, sette e mezzo e baccarà, ma in questo caso c’è anche da mettere in campo la propria abilità. Il passaggio da privato a pubblico avviene con la nascita delle lotterie nella seconda metà del Quattrocento del secolo scorso.

Quali sono i giochi d’azzardo legali in Italia

Il gioco d’azzardo è legale quando è autorizzato dallo Stato che, per legge, ne detiene il monopolio. Succede in due casi.

  • Quando a gestirlo è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, controllando Lotto, Superenalotto, giochi online e Gratta e Vinci.
  • Quando a gestirlo sono privati autorizzati, i cosiddetti casinò.

È concesso anche sulle navi da crociera in fase di navigazione: si tratta di un’eccezione alla regola generale.

Quando è illegale e cosa dice la legge

“Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d’azzardo o lo agevola è punito con l’arresto da tre mesi a un anno e con l’ammenda non inferiore a euro 206. Se il colpevole è un contravventore abituale o professionale, alla libertà vigilata può essere aggiunta la causazione di buona condotta”, questo è quello che dice la legge e precisamente l’articolo 718 del codice penale. Si considerano aggravanti i seguenti casi.

  • Se il colpevole ha istituito o tenuto una casa da gioco.
  • Se il reato avviene in pubblico esercizio.
  • Se le poste sono rilevanti.
  • Se fra i giocatori ci sono minori.

Perché scatti il reato è necessaria la prova inequivocabile, bisogna cogliere in flagrante i trasgressori. Questi non devono essere necessariamente in attività: basta che siano presenti nel locale, con strumenti e tracce che evidenzino il gioco in atto.

Le scommesse sono un gioco d’azzardo?

Fra gioco d’azzardo e scommessa c’è una differenza: nel primo i partecipanti sono anche competitori, mentre la seconda si basa sulla previsione di un evento futuro estraneo al giocatore.

Tuttavia, anche le scommesse rientrano nel gioco d’azzardo perché ci si assume il rischio dell’esito della puntata e c’è l’obbligo di pagare la somma stabilita nel caso la suddetta previsione si riveli errata.

Perché i calciatori non possono scommettere

Il Codice di Giustizia Sportiva, che disciplina ciò che possono o non possono fare i calciatori e i tesserati di una società, “fa espresso divieto di effettuare qualsiasi tipo di scommessa al fine di trarne profitto. Questo anche in una prospettiva di garanzia del regolare svolgimento delle gare e dei campionati”.

Il fatto di essere vicini, e a volte partecipanti, a determinati eventi fa sì che possano avere informazioni rilevanti ai fini della vittoria. Inoltre c’è il rischio che possano condizionare l’esito del gioco. Per evitare tutto ciò si rende proibito a monte il gioco d’azzardo legato allo sport.

Cos’è il gioco d’azzardo patologico o ludopatia

Quando il gioco d’azzardo crea dipendenza viene definito patologico e il soggetto che ne è vittima ludopatico. È tale quando ha delle ripercussioni sulla propria capacità di controllo degli impulsi, quando è ricorrente e persistente.

Inoltre, secondo la Cassazione chiamata a rispondere sul concetto di capacità di autodeterminazione applicato alla ludopatia, ha sentenziato che “anche i ‘disturbi della personalità, che non sempre sono inquadrabili nel ristretto novero delle malattie mentali, possono rientrare nel concetto di ‘infermità’, purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere”.

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