La Nuova Clio sarà ibrida: Renault vuole contenere il prezzo

Per la futura generazione della popolare city car, Renault monterà un powertrain ibrido sulla Clio al fine di contenere i costi di produzione (e di vendita)

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Tra un paio d’anni Renault Clio potrebbe passare alla sesta generazione. Sebbene l’aggiornamento del modello in commercio risalga soltanto allo scorso anno, la vettura francese non si ferma mai, è in perenne evoluzione. Pertanto, insieme al crossover Captur e alle elettriche 4 e 5, il prossimo capitolo forse arriverà entro un breve periodo.

Secondo quanto rivela il magazine britannico Autocar, la piccola della Losanga riceverebbe un nuovo look, finiture riviste e una tecnologia migliorata. In linea con i gusti della clientela odierna, particolarmente attenta alle dotazioni di bordo, il pacchetto messo a disposizione sarà di alto profilo. Nel frattempo, i progettisti sono impegnati a definire un’auto rinnovatissima nella seconda metà del decennio.

Il nome rimarrà sempre quello di Renault Clio, tuttavia le caratteristiche ne prenderanno un po’ le distanze. Quando verrà il suo momento di invadere i concessionari, i canoni estetici e le soluzioni hi-tech saranno, infatti, diversi. E di conseguenza, onde evitare di apparire demodé già all’approdo nei punti vendita, la Casa vi metterà mano in modo sostanziale.

L’elettrico può attendere

La decisione di continuare con una versione a benzina della Clio ha raccolto la soddisfazione dei consumatori, che tanto reclamavano un esemplare compatto, pratico e conveniente. In un’industria avviata verso l’elettrificazione di massa, il peso commerciale della Renault Clio resta comunque importante in Europa. Nonostante il cambio di paradigma, conserva tuttora un forte ascendente sulla potenziale clientela. Performance, comfort e versatilità le consentono di rimanere al passo con le mode attuali.

La scelta di puntare su un powertrain a combustione interna rappresenta una garanzia circa la volontà dei piani alti di tenere i listini sotto controllo. In ottica futura, però, il passo andrà comunque compiuto. Ciò poiché, in caso contrario, la percezione del pubblico rischierebbe di mutare in misura drastica. Mentre comincerà ad avvicinarsi il 2035, e dunque l’addio ai propulsori endotermici, la situazione subirà un forte scossone. E adeguarsi rappresenta il minimo, dato peraltro lo standard di emissioni Euro 7.

Per quanto la morsa sia stata allentata, adeguarsi al protocollo sarà imprescindibile e chi opera tra le fila del brand è troppo competente in materia da commettere un passo a vuoto. L’idea di una Renault Clio elettrica sarebbe interessante, tuttavia andrebbe, con ogni probabilità, a comportare un netto rincaro rispetto alla controparte a benzina. Gli sviluppi di tecniche produttive accessibili procedono, infatti, a rilento e una svolta giungerà solo nel lungo termine.

Il segmento C non monopolizzerà la scena

Il responsabile delle prestazioni di prodotto di Renault, Bruno Vanel, ha illustrato ad Autocar il piano dell’azienda circa la relativa gamma di entry-level. A dispetto delle speculazioni, l’ampio spazio ottenuto dalle proposte di segmento C, rappresentato da Mégane, Scenic (di cui conosciamo il listino prezzi) ed Espace tra le altre, non implica l’addio alle opzioni del segmento B.

“Clio è un brand a sé stante”, ha dichiarato Vanel. Mantenere l’unità a benzina è essenziale affinché la compagnia mantenga un ampio bacino di pubblico. Non si stanno muovendo direttamente verso il 100% elettrico. Il processo di transizione è graduale, e commercializzare ibride permetterà di rimanere alla portata della famiglia media.