Sono gustosi e molto versatili. L’arcipelago delle Filippine produce più di 4 milioni di tonnellate di frutti di mare che riforniscono il mercato ittico di tutto il mondo. Tuttavia gli scienziati hanno trovato delle alghe tossiche nascoste in alcuni campioni di molluschi. Gli esperti hanno anche riscontrato effetti importanti sulla salute degli organismi marini e di chi li mangia. Ecco cosa si è scoperto nel dettaglio.
Scoperte alghe tossiche nei frutti di mare: cosa sono
Alcune alghe tossiche sono state trovate nei frutti di mare allevati nelle Filippine, un dettaglio non di poco conto per un comparto che dipende prevalentemente da questo tipo di produzione.
“È importante essere consapevoli del potenziale tossico di queste diatomee e monitorarle di conseguenza, ma tali sforzi devono iniziare stabilendo la loro presenza nelle nostre acque”, scrivono gli autori dello studio a supporto della scoperta.
Si tratta di alghe unicellulari che producono gusci di vetro cristallino dal biossido di silicio idrato e rappresentano una parte importante del fitoplancton, responsabile della formazione di metà dell’ossigeno sulla Terra e un elemento fondamentale per l’alimentazione marina.
Esistono milioni di specie diatomee, ma solo 28 sono Pseudo-nitzschia e famose per produrre l’acido domoico. Altro non è che una neurotossina dannosa che si può trovare anche nelle sardine e nelle acciughe a causa della dieta che seguono. Se fino a poco tempo fa il rischio che determinati frutti di mare finissero sulle nostre tavole era remoto, l’aumento della produzione rende questa probabilità più concreta.
Secondo gli scienziati – che nel 1987 hanno registrato la morte di tre persone e un centinaio di ricoveri nell’Isola del Principe Edoardo, in Canada, per un’epidemia causata dalle Mytulis edullis, le cozze blu – fra gli effetti indesiderati per i molluschi c’è la perdita permanente della memoria a breve termine. Ed è per questo che da più di trent’anni si cerca di prevenire incidenti del genere. L’allarme però rischia di ritornare attuale e gli autori della ricerca – appartenenti alla Manila University e all’Universiti Malaysia Sarawak – ritengono necessarie degli approfondimenti in merito.
“Forse la prima fioritura locale di Pseudo-nitzschia registrata ha avuto luogo al largo dell’isola di Cebu, ma la sua identità specifica non è stata determinata”, spiegano gli esperti. “A maggio 2023, è stata rilevata un’altra fioritura vicino a Pangasinan, nell’isola di Luzon, composta da più specie”, aggiungono.
Sono stati isolati 15 ceppi, così da potere essere coltivati e analizzati geneticamente in laboratorio. Nei campioni sono stati individuate sia la specie Pseudo-nitzschia pungens e la Pseudo-nitzschia brasiliana, entrambe produttrici di acido domoico.
Cos’è l’avvelenamento amnesico e cosa comporta
L’avvelenamento amnesico da molluschi, come precedentemente accennato, è provocato dall’acido domoico contenente in alcune alghe tossiche. Secondo gli scienziati, la neurotossina può portare a lesioni neurologiche di entità variabile, in base alla concentrazione. Fra gli effetti indesiderati c’è la perdita della memoria, ma questi possono interessare anche il tratto gastrointestinale ed essere più o meno gravi a seconda del grado di tossicità.
Anche se il rischio per gli esseri umani è rappresentato, ad oggi, solo dai molluschi, gli esperti hanno scoperto che sono diversi gli organismi marini che possono contenere questo elemento potenzialmente molto pericoloso.