La carta d’alluminio è un oggetto che non manca quasi mai in tutte le cucine. Viene usato in diversi modi, per conservare i cibi o anche per preparali, per esempio se si pensa alla modalità “al cartoccio”. Studi scientifici hanno però scoperto che, soprattutto in presenza di alimenti acidi o salati, il contatto possa favorire la migrazione del metallo.
Cos’è l’alluminio
L’alluminio è uno dei materiali più diffusi in cucina, presente in pentole, fogli per alimenti e confezioni. Tuttavia, diversi studi hanno evidenziato come un’esposizione costante a quantità eccessive di alluminio possa rappresentare un rischio per la salute.
L’alluminio è un metallo leggero eccellente perché garantisce un’ottima conducibilità del calore, è molto comodo, economico e anche versatile. Naturalmente presente in natura, in piccole quantità non è dannoso per l’organismo, ma può diventarlo se si superano i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che sono pari a 5mg/kg di alimento.
Per usarlo senza rischi è necessario controllare sempre l’etichetta dei contenitori in alluminio che deve riportare diciture che ne garantiscano l’idoneità al contatto con gli alimenti e le eventuali istruzioni di uso.
È buona norma non superare le 24 ore come tempo in cui lasciare il cibo nell’alluminio a qualunque temperatura, fanno eccezione legumi, caffè, cioccolata, spezie e pasta secca che possono essere conservati a temperatura ambiente anche per più tempo.
Quali cibi non avvolgere mai nell’alluminio
Riguardo ai cibi che non dovrebbero mai essere avvolti in alluminio, è risaputo che pomodori, spinaci e barbabietole siano da evitare.
Anche altri cibi acidi o ricchi di minerali come rabarbaro, agrumi, mele, uva, frutti di bosco, crauti, succhi di frutta acidi, marmellate di frutta acida, e salse a base di aceto, non sono compatibili con questo metallo.
Questi alimenti, per il loro basso pH o per l’elevato contenuto di acidi organici (citrici, malici, ossalici), favoriscono la separazione dell’alluminio dal materiale. Anche alimenti salati, come pesce marinato, olive in salamoia e formaggi stagionati, possono contribuire al rilascio di alluminio, sebbene in misura minore. La cottura prolungata o a temperature elevate accentua ulteriormente il fenomeno.
Come spiega la biologa nutrizionista Michela Seniga dei centri medici Humanitas Medical Care al Corriere della Sera, il rischio di rilascio di alluminio riguarda anche gli alimenti conservati in fogli di alluminio. “Studi sperimentali hanno dimostrato che alimenti acidi o salati, come formaggi freschi, limone e cibi marinati, possono assorbire quantità di alluminio superiori ai limiti di sicurezza stabiliti dal Consiglio d’Europa”, ha detto l’esperta.
Come usare l’alluminio senza rischi
Per evitare danni alla salute, è consigliabile usare l’alluminio evitando alcune azioni. Per esempio, come già spiegato, non bisogna avvolgere con il metallo cibi troppo acidi o salati perché assorbono con più facilità le sue particelle.
È anche da evitare di lasciare l’alluminio a contatto con cibi molto caldi per molto tempo, perché le alte temperature facilitano il rilascio di particelle. Non riutilizzare i contenitori di alluminio monouso. Inoltre è importante non graffiare pentole o padelle che contengono una percentuale di alluminio al loro interno e non pulirle con prodotti abrasivi.
Non usare mai l’alluminio nel forno a microonde, ma nemmeno direttamente a contatto con il fuoco o le piastre della cucina. Infine si possono usare le vaschette omologate per la cottura in forno, ma solo se questa idoneità è riportata sull’etichetta.





















