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CURIOSITÀ 04 DICEMBRE 2024

Scoperti insetti mangia plastica: potrebbero salvare la Terra

Christian Casale

Christian Casale

Giornalista e videomaker

Conduttore e giornalista con lunga esperienza in radio e televisione in ambito nazionale. Per professione e passione mi occupo di videomaking, con una particolare propensione alla post produzione. Amo la divulgazione e lo sport.

L’inquinamento causato dalla plastica è senza ombra di dubbio una delle più grandi sfide per l’umanità. È pericoloso tanto per l’ambiente, quanto per la salute umana e animale. La versatilità e il basso costo di questo materiale l’hanno reso particolarmente diffuso, ma la non-biodegradabilità rappresenta un problema sempre più grande.

Con il tempo la plastica si frammenta in microplastiche che si infiltrano negli ecosistemi e vengono ingerite dagli organismi marini, entrando nella catena alimentare. Possono essere presenti nell’acqua potabile e perfino nell’aria che respiriamo.

Sorprendentemente potrebbero essere degli insetti a fornirci la soluzione per contribuire a salvare la Terra.

Dove sono stati scoperti gli insetti mangia plastica

La rivoluzione ambientalista potrebbe arrivare dal Kenya. I ricercatori dell’Icipe, il Centro Internazionale di Fisiologia ed Ecologia degli Insetti, hanno individuato un insetto in grado di combattere l’inquinamento da plastica.

Le larve del verme della farina sono capaci di consumare polistirolo. Si tratta di un tipo di plastica ampiamente utilizzata per il packaging nei settori alimentare, elettrico e industriale. Tuttavia è estremamente resistente e difficile da degradare.

Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports e dimostra che la forma larvale del coleottero Alphitobius diaperinus può masticare il polistirolo. I ricercatori hanno anche esaminato i batteri presenti nell’intestino delle larve per identificare quelli che contribuiscono alla disintegrazione della plastica una volta ingerita.

“I microbi presenti nello stomaco dei vermi della farina possono adattarsi a diete insolite, come la plastica”, ha scritto Fathiya Khamis, una delle scienziate dello studio. Questo apre alla possibilità di isolare questi batteri e gli enzimi che producono, per sviluppare soluzioni microbiche in grado di affrontare il problema dei rifiuti plastici su larga scala.

La larva keniota non è l’unico animale in grado di assolvere al compito dell’eliminazione della plastica, ma è la prima specie nativa dell’Africa identificata con questa capacità. Si tratta di un’ottima notizia per il continente, dove finiscono gli scarti industriali e i rifiuti del Primo Mondo.

Il loro ruolo nell’eliminazione delle microplastiche

L’inquinamento da plastica colpisce ogni ecosistema del pianeta e può persistere per decenni. Altre ricerche avevano già scoperto che gli insetti possono ingerire e assorbire microplastiche pure e non raffinate, ma solo in particolari situazioni di scarsità di cibo, per adattarsi a situazioni di estrema necessità.

La zoologa Michelle Tseng ha testato i vermi della farina nutrendoli con mascherine chirurgiche sminuzzate e mescolate a crusca.

Dopo 30 giorni, il team ha scoperto che i vermi avevano consumato circa la metà delle microplastiche disponibili, pari a circa 150 particelle per insetto, aumentando il proprio peso. Hanno espulso solo una piccola parte delle microplastiche ingerite, assorbendo il resto. L’assunzione di microplastiche non ha influito sulla sopravvivenza e sulla crescita degli insetti.

La dottoressa Tseng afferma che il prossimo passo sarà studiare i meccanismi digestivi degli insetti per capire come smaltiscono le microplastiche, con l’obiettivo di applicare queste conoscenze su scala più ampia per affrontare i problemi legati all’inquinamento.

“Forse dovremmo iniziare a vedere gli insetti come amici. Invece di ucciderli coi pesticidi, potremmo imparare a smaltire queste plastiche e altre sostanze chimiche”, ha dichiarato Tseng.

Lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili potrebbe metterci nel prossimo futuro di fronte a una svolta epocale per affrontare l’inquinamento da plastica in modo più economico ed ecologico.

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