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CURIOSITÀ 18 AGOSTO 2023

Cos'è uno sciame sismico e quando avviene: a cosa stare attenti

La terra su cui camminiamo è viva e ce lo ricorda ogni volta che sussulta. Ci sono terremoti devastanti, ma non sempre i movimenti della Terra sono connessi a scosse distruttive. Vediamo insieme cosa sono gli sciami sismici

Cosa si intende per sciame sismico

Il termine sciame sismico proviene dall’inglese seismic swarm ed è stato definito probabilmente per la prima volta dai sismologi giapponesi negli anni ’60 del ‘900 (mogi, 1963; utsu, 2002).

Con questo termine, in sismologia, viene indicata una lunga sequenza di scosse di lieve e media intensità, molto simili tra loro, che colpisce una determinata zona per un periodo di tempo variabile relativamente breve.

Spesso, per confusione o non conoscenza, il termine “sciame sismico” viene usato anche per indicare un altro fenomeno, quello della “sequenza sismica”. Tuttavia, a differenza dello sciame, nella si verifica prima un forte terremoto (detto mainshock) e poi una serie di scosse di magnitudo minore, dette anche aftershock o scosse di assestamento.

Può accadere, come successo nel 2009 con il terremoto in Abruzzo, che uno sciame sismico possa evolvere verso una scossa più importante, ma è un evento che accade raramente. Quando accade spesso si registra un incremento continuo in frequenza e intensità delle scosse, che vengono dette premonitrici. Tuttavia, data l’aleatorietà del fenomeno, non è possibile prevedere un terremoto importante a partire da uno sciame sismico precursore.

Quanti giorni dura uno sciame sismico

Uno sciame sismico può durare da alcuni giorni a un mese. Per esempio il terremoto in Abruzzo, avvenuto il 6 aprile del 2009, è stato preceduto da uno sciame sismico iniziato circa 6 mesi prima (il 14 dicembre 2008 con magnitudo 1.8 della scala Richter).

Lo sciame più lungo della storia italiana però è quello che si verificò a Ferrara nel 1570 dopo il terremoto che colpì il Ducato tra il 16 e il 17 novembre. Lo sciame si protrasse sino al 1574 ed è stato ipotizzato che si siano verificate circa duemila scosse, concentrate per la maggior parte nei primi tre mesi dal sisma.

Quali sono le zone a rischio sismico in Italia

La Protezione Civile ha elaborato una cartina che divide lo Stivale in quattro aree:

  • Zona 1, con rischio alto: Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Sicilia.
  • Zona 2, con rischio medio alto: Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata.
  • Zona 3, con rischio medio basso: Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte.
  • Zona 4, con rischio sismicità bassa: Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

Nella zona 1 e più esattamente nella regione Campania si trova una tra le aree più pericolose: quella dei Campi Flegrei. Questa zona è anche caratterizzata da un fenomeno di origine vulcanica detto bradisismo, che consiste in un periodico innalzamento e abbassamento del livello del suolo. Solitamente lo sciame sismico si presenta nella fase di innalzamento.

Cosa fare in caso di terremoto lo sciame sismico

Nel caso in cui dovessi sperimentare una scossa di magnitudo importante non chiederti se si tratta di un terremoto o di una scossa di sciame sismico, ma agisci. Ecco quello che devi fare:

  • La prima cosa da fare è rimanere lucidi.
  • Se sei in un luogo chiuso mettiti nel vano di una porta inserita in un muro portante (quello più spesso), vicino a una parete portante o sotto una trave, oppure riparati sotto un letto o un tavolo resistente. Non precipitarti fuori, ma attendi la fine della scossa.
  • Se sei all’aperto allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche. Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas.

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