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BUONO A SAPERSI 02 DICEMBRE 2024

Chiamate truffa dall’estero, non richiamare questi prefissi

Pasquale Barillà

Pasquale Barillà

Editor e videomaker

Da diversi anni faccio parte del mondo della produzione video: ho iniziato creando un prodotto a 360 gradi per poi specializzarmi nel montaggio video da remoto. Le passioni per la musica e l’insegnamento giocano un ruolo chiave nella creazione dei miei contenuti e nella stesura dei miei articoli.

Le truffe telefoniche sono un fenomeno sempre più diffuso, capace di colpire chiunque, ma che spesso prende di mira le persone più vulnerabili, come gli anziani. Una delle tecniche più utilizzate dai truffatori è nota come wangiri, un termine giapponese che significa “uno squillo e giù”. Questo tipo di frode sfrutta la curiosità o la preoccupazione di chi riceve una chiamata persa da un numero sconosciuto, spesso con prefisso estero, per indurre le vittime a richiamare e generare così guadagni illegali.

Prefissi dall’estero, uno squillo e non risponde nessuno

Uno degli elementi distintivi della truffa del wangiri è l’uso di numeri internazionali. La chiamata arriva improvvisamente, spesso in orari improbabili come la notte o durante l’orario lavorativo, rendendo più probabile che la persona non risponda e venga spinta a richiamare per curiosità o timore che si tratti di un’emergenza.

Tra i prefissi maggiormente utilizzati dai truffatori figurano quelli di:

  • Gran Bretagna (+44);
  • Francia (+33);
  • Cuba (+53);
  • Moldavia (+373);
  • Kosovo (+383);
  • Tunisia (+216).

Negli ultimi tempi si sono aggiunti numeri con prefisso della Spagna (+34) e di altri Paesi europei, come il Belgio. Purtroppo la vera origine della chiamata può essere ben diversa: grazie a software avanzati di spoofing, i truffatori riescono a simulare numeri di telefono che appaiono affidabili, rendendo ancora più difficile per le vittime distinguere tra una chiamata legittima e una potenzialmente fraudolenta.

Una volta richiamato il numero la vittima viene collegata a servizi a pagamento con tariffe molto elevate, spesso calcolate al minuto. Oltre al costo diretto della chiamata in alcuni casi il richiamo può comportare conseguenze ulteriori, come l’attivazione di abbonamenti indesiderati o il tentativo di estrarre ulteriori dati personali e bancari.

Non è raro, ad esempio, che i truffatori si presentino come rappresentanti di aziende, banche o altre istituzioni credibili, inducendo la vittima a fornire informazioni sensibili. Il danno economico è spesso ingente e viene scoperto solo in un secondo momento, quando l’utente riceve il conto telefonico.

Cos’è il wangiri e come difendersi da questo tipo di truffa

Il wangiri è una truffa che ha origine in Giappone alla fine degli anni ‘90, ma che si è rapidamente diffusa a livello globale. Il meccanismo alla base è semplice ma efficace: creare curiosità o senso di urgenza attraverso una chiamata persa. L’evoluzione tecnologica ha permesso ai truffatori di perfezionare il metodo, rendendo le frodi sempre più difficili da individuare.

Oltre ai prefissi già noti, il wangiri si accompagna a tecniche più sofisticate, come il vishing, una forma di truffa telefonica che combina voce e phishing per ingannare le vittime. In alcuni casi viene utilizzata anche l’intelligenza artificiale per clonare voci, simulando la chiamata di un parente o un collega in difficoltà.

Per difendersi da queste truffe una delle regole principali è evitare di richiamare numeri sconosciuti, specialmente se internazionali. È sempre meglio verificare l’importanza della chiamata attraverso altri canali o attendere che l’eventuale interlocutore lasci un messaggio.

Inoltre, molte applicazioni di sicurezza disponibili per smartphone possono essere di grande aiuto: tali app sono in grado di identificare e bloccare numeri potenzialmente fraudolenti, riducendo il rischio di essere contattati nuovamente.

Un’altra misura chiave è fare attenzione alla diffusione del proprio numero di telefono. Condividere il contatto su piattaforme pubbliche come social media o blog personali aumenta la probabilità di diventare bersaglio di questa truffa. Quando si riceve una chiamata sospetta è utile segnalarla alle autorità o ai gestori telefonici, contribuendo così a limitare l’attività dei truffatori e a proteggere altre potenziali vittime.

Negli ultimi anni sono state avviate diverse campagne di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno delle truffe telefoniche. Un esempio è l’iniziativa “Più Sicuri Insieme”, promossa dall’Anap Confartigianato in collaborazione con il Ministero dell’Interno e le forze dell’ordine.

Attraverso la distribuzione di materiale informativo, incontri pubblici e la creazione di reti di solidarietà, queste campagne mirano a fornire agli utenti gli strumenti per riconoscere e prevenire le truffe. Informazione e prevenzione restano le armi più efficaci per difendersi da un fenomeno che, purtroppo, continua a evolversi e a minacciare la sicurezza di milioni di persone.

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