La ‘ndrangheta ha visto sgretolarsi uno dei suoi simboli di potere: il palazzo Mangeruca, noto come l’ecomostro di Torre Melissa, in Calabria. Dopo 16 anni dal sequestro, la mastodontica struttura di cemento, un edificio abusivo di sei piani esteso su 6mila metri quadri, è crollato con l’esplosione controllata di quasi 400 chili di dinamite. La demolizione è spettacolare.
Cos’è l’ecomostro di Torre Melissa
La storia del cosiddetto ecomostro di Torre Melissa risale al 2007, quando venne sequestrato a un presunto esponente della cosca Farao Marincola di Cirò, nell’ambito dell’operazione Piazza Pulita. Nel 2012, l’edificio venne definitivamente confiscato, ma da allora fu lasciato in stato di abbandono a causa dei costi elevati per il suo riutilizzo.
La svolta è arrivata nel 2022, quando il Comune di Melissa, in collaborazione con la Regione Calabria, ha ottenuto la concessione per utilizzare un finanziamento di 700 mila euro. Serviranno a realizzare un’area camper da 35 posti.
La demolizione anti ‘ndrangheta
L’operazione di demolizione è stata eseguita con 400 chili di dinamite in microcariche, che hanno garantito non solo l’abbattimento dell’ecomostro, ma anche la salvaguardia dell’ecosistema circostante. La Società Impresa Lavori Stradali Srl, affiancata da società partner e con il supporto di 40 maestranze specializzate, ha contribuito a eliminare questo segno tangibile del potere criminale.
Il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, ha sottolineato l’importanza simbolica dell’evento, dichiarando che “abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta significa far prevalere lo Stato sul male.”
Anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, presente durante l’operazione, ha enfatizzato l’impegno del governo nella lotta alla criminalità, sottolineando che questa demolizione rappresenta una vittoria contro l’arroganza delle mafie e un segnale di unità dello Stato contro ogni forma di sopraffazione. In questo contesto, la demolizione dell’ecomostro di Torre Melissa si configura come un passo significativo nella costante battaglia per ristabilire la legalità e contrastare il potere mafioso in Calabria.