L’Italia sta affrontando una crisi idrica senza precedenti. Nonostante la quantità abbondante di piogge, la carenza di infrastrutture e una gestione inefficiente dell’acqua hanno portato molte regioni, in particolare il Sud, a lottare contro la siccità. Una scoperta potrebbe offrire una soluzione straordinaria e antica come la preistoria stessa: un vasto giacimento di acqua nel profondo della Sicilia, formatosi circa 6 milioni di anni fa.
La scoperta sulla siccità nella preistoria
La scoperta di questa riserva idrica sotterranea è stata annunciata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Situato tra i 700 e i 2500 metri sotto i Monti Iblei, nel sud della Sicilia, questo acquifero contiene circa 17,3 chilometri cubi di acqua dolce e salmastra. Si è formata durante il Messiniano, un’epoca caratterizzata da un significativo abbassamento del livello del mare nel Mediterraneo, che ha permesso l’infiltrazione e l’accumulo di acque nel sottosuolo.
Il team di ricercatori, composto da esperti dell’Università di Malta, dell’INGV e dell’Università Roma Tre, ha utilizzato tecniche avanzate per identificare questa risorsa. Questa scoperta offre decisamente una nuova speranza per le regioni afflitte dalla siccità, non solo in Sicilia ma anche in altre aree costiere del Mediterraneo.
Perché c’è la siccità nel Sud Italia: le cause
Nonostante una ricca piovosità, l’Italia affronta una crisi idrica per vari motivi. Il rapporto “Water Economy in Italy” evidenzia che la rete idrica italiana è obsoleta e inefficiente, con oltre il 40% dell’acqua potabile prelevata che non arriva ai rubinetti a causa di perdite. Le infrastrutture per la gestione dell’acqua non sono state adeguatamente modernizzate e le capacità di invaso delle dighe sono spesso compromesse da problemi di manutenzione. La situazione è aggravata dalla distribuzione irregolare delle precipitazioni, che provoca periodi alternati di inondazioni e siccità.
Negli ultimi anni l’Italia ha subito gravi periodi di siccità, con danni economici ingenti nei settori agricolo, industriale ed energetico, stimati a circa 20 miliardi di euro. La mancanza di infrastrutture adeguate e la gestione inefficiente dell’acqua sono quindi i principali fattori che contribuiscono alla crisi idrica nel Sud Italia.
Le possibili soluzioni (moderne) alla siccità
Oltre alla scoperta dell’acquifero preistorico, esistono altre soluzioni moderne per affrontare la siccità in Italia. Il rapporto “Water Economy in Italy” pone diverse strategie per migliorare la gestione delle risorse idriche. Una delle principali proposte è il potenziamento della capacità di stoccaggio, che prevede la modernizzazione delle dighe esistenti e la costruzione di nuove per aumentare la capacità di immagazzinamento dell’acqua durante i periodi di pioggia.
Un’altra strategia è la sostituzione e rigenerazione delle reti idriche. Investire nella riparazione e sostituzione delle tubature ridurrebbe le perdite d’acqua e migliorerebbe l’efficienza della distribuzione. Inoltre, il riuso delle acque attraverso sistemi di depurazione e filtraggio permetterebbe di riutilizzare le acque reflue in ambito agricolo, industriale e civile, riducendo la domanda di acqua dolce.
La desalinizzazione e l’uso dell’acqua di mare rappresentano un’altra soluzione intelligente. Sviluppare impianti di desalinizzazione potrebbe trasformare l’acqua di mare in acqua potabile, offrendo una fonte d’acqua inesauribile per le regioni costiere.
La ricarica programmata delle falde idriche è un’altra tecnica efficace per reintegrare le riserve sotterranee durante i periodi di abbondanza idrica. Utilizzando queste tecniche è possibile garantire che le falde acquifere siano sempre ben fornite, riducendo il rischio di siccità prolungate