La situazione geopolitica attuale preoccupa non poco gli esperti. Le guerre in corso potrebbero portare a una escalation nucleare. A lanciare l’allarme sono stati coloro che hanno partecipato alla Conferenza Amaldi, a Roma, ottobre 2024.
Sono diversi i Paesi impegnati in conflitti che potrebbero non essere più localizzati e provocare la terza guerra mondiale. Si tratta di equilibri precari che, se cedono, potrebbero avere conseguenze devastanti su più piani, non ultimo quello ambientale. Ma vediamo nel dettaglio cosa è emerso.
L’allarme degli esperti della Conferenza Amaldi
La Conferenza Amaldi, tenutasi a Roma dal 28 al 30 ottobre 2024 è stata organizzata dall’Accademia dei Lincei, dalla National Academy of Sciences degli Stati Uniti e dal movimento Pugwash, l’organizzazione non governativa premiata con il Nobel per la pace nel 1995.
È stato proprio il presidente del movimento, lo scienziato e politico iracheno Hussain al-Shahristani, ad aprire il confronto, concentrandosi sull’escalation nucleare che si rischia in tempi difficili come quelli odierni. Dello stesso avviso si è detto il fisico Luciano Maiani del Cern, coordinatore del gruppo di lavoro su “Sicurezza internazionale e controllo degli armamenti”. Gli esperti hanno fatto una riflessione ampia, soffermandosi su cinque punti fondamentali che potrebbero essere determinanti nello scoppio di una nuova guerra mondiale.
- Gli effetti di una guerra nucleare sull’ambiente.
- La guerra in Ucraina.
- Il rapporto delicato di Giappone, Corea del Sud e Australia con la Corea del Sud.
- Il ruolo dei piccoli Stati nella corsa al riarmo.
- Il trattato Start.
Perché si teme una corsa al riarmo nucleare e cosa può succedere
Il fatto che una escalation nucleare avrebbe effetti devastanti sul clima è un aspetto di cui si parla da 25 anni, quando ancora i modelli meteorologici non avevano raggiunto la precisione di oggi.
“I modelli attuali permettono invece di avere un quadro più preciso, tanto da poter dire che un conflitto nucleare produrrebbe milioni di tonnellate di polveri da fumo e incendi. Queste verrebbero poi immesse nella stratosfera, dove formerebbero un velo che si espanderebbe su tutta la Terra fino a oscurare il sole, nel cosiddetto inverno nucleare, con estinzioni di massa e carenze dei raccolti”, questo è quanto affermato da Luciano Maiani.
Fra i conflitti in atto quella più pericolosa è la guerra in Ucraina. Una situazione che vede l’Unione Europea in un ruolo di primaria importanza e che, a seconda dell’evoluzione, sarebbe chiamata a rispondere non soltanto a parole. Ecco perché si parla di Terza Guerra Mondiale.
Intanto il Giappone, la Corea del Sud e l’Australia cercano un contatto diretto con la Corea del Sud per trovare un punto di incontro, evitare incidenti diplomatici che potrebbero sfociare in attacchi nucleari devastanti.
La Conferenza Amaldi ha posto l’accento anche sul pericolo che i piccoli Stati possano entrare in possesso di armi nucleari e aggiungersi ai nove Paesi già organizzati in tal senso. Si tratta di Russia, Israele, India, Pakistan, Corea del Nord, Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.
A destare preoccupazione è anche il Trattato Start in bilico. Se ne aspetta il rinnovo, per nulla scontato, nel 2026 e sinora ha permesso di ridurre le armi nucleari da 70.000 a 2.000. Sono tanti gli equilibri precari che rischiano di crollare e di provocare un effetto domino su tutto il mondo.