Quando iniziano le feste di Natale il pungitopo si diffonde nelle case di tutti come decorazione. Il colore delle bacche rosse in contrasto con il verde scuro è l’ideale per dare quel tocco in più che serve a impreziosire un ambiente.
Non tutti sanno che si tratta di un arbusto perenne che può essere coltivato a prescindere dal legame con le festività. Oltre che per scopi ornamentali, può essere utilizzato per le sue proprietà medicinali, ecco allora che tenerlo in vaso o in giardino può tornare utile 365 giorni l’anno.
Perché si regala il pungitopo portafortuna a Natale
Il pungitopo è simbolo di indipendenza ed è un portafortuna. Il Ruscus aculeatus, questo è il nome scientifico, appartiene alla famiglia delle Ruscaceae ed è conosciuto sin dall’età classica come talismano. In molte parti d’Europa si usa come decorazione natalizia perché promette di portare con sé abbondanza e fecondità. È quindi di ottimo auspicio per iniziare al meglio l’anno nuovo.
Gli antichi popoli germanici lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi e proteggere le loro case e le stalle dai malefici. Anche loro erano soliti scambiarsi dei rami durante le celebrazioni come portafortuna. Per i Cristiani era un simbolo di fertilità e abbondanza.
Gli antichi romani lo utilizzavano durante le celebrazioni dei Saturnalia, le feste in onore del dio Saturno. Era anche un regalo da fare a una coppia di sposi novelli per augurare una felice vita coniugale. I druidi pensavano che proteggesse dai disagi della cattiva stagione e che un ramo di pungitopo, lanciato contro un animale feroce pronto ad attaccare, avesse un potere calmante.
Tutte le credenze hanno in comune un concetto: i cladodi – erroneamente considerati foglie – aguzzi, coriacei e pungenti richiamano l’idea della difesa dalle negatività della vita. Il colore verde intenso, lucido e sempreverde evoca concetti quali la sopravvivenza e la prosperità. Le bacche rosse e lucenti sono simbolo di amore e passione.
Come far durare il pungitopo e quanta acqua dargli
Coltivare il pungitopo non è difficile, sia in giardino che in vaso. Si tratta infatti di un arbusto rustico e resistente con grandi capacità di adattamento e che richiede pochissime cure. Può essere trapiantato dall’inizio della primavera, ma l’ideale sarebbe in autunno, come per l’albero di Natale. È meglio posizionarlo in una zona semi ombreggiata, in un terreno umido e ben drenato.
Non serve altro: messo a dimora in giardino cresce spontaneamente senza grosse attenzioni. Basta innaffiarlo regolarmente durante l’estate, meno di frequente in autunno e primavera. L’unica cosa da evitare sono i ristagni d’acqua, che possono fare marcire le radici e provocare muffe e funghi. Non servono concimazioni e potature, ma può aiutare eliminare i rami secchi con l’utilizzo di guanti da giardinaggio che proteggano dalle spine.
Il pungitopo trova spazio facilmente anche in un vaso, come la stella di Natale, l’importante è che sia grande e posizionato all’aperto. A differenza della messa a dimora in giardino, in questo caso, è consigliabile stare più attenti alle irrigazioni e alle concimazioni. Meglio se si utilizza una tipologia di concime liquido e granulare in primavera. Il terriccio ideale è fresco e ricco di humus. Sul fondo del vaso è bene mettere uno strato di argilla espansa e assicurarsi che la terra sia umida.