Il saluto romano è “tornato di moda”, per così dire. No, nessuna apologia al nazifascismo, ci mancherebbe. È però innegabile che quel gesto finisca per evocare uno dei periodi più cupi che l’umanità abbia avuto occasione di attraversare. Il merito (o demerito, a seconda dei punti di vista) di tale ricordo è riconducibile a Elon Musk all’Inauguration Day di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Un gesto ripetuto meccanicamente davanti al numeroso pubblico a stelle e strisce nonché in mondovisione, che ha fatto gridare immediatamente allo scandalo.
Musk nella bufera per il saluto romano
Il presunto gesto di stampo nazi-fascista di Elon Musk alle celebrazioni per l’insediamento di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti di lunedì 20 gennaio 2025 è già stato smentito dal diretto interessato. Prima di ciò, le immagini hanno fatto il giro del mondo e scatenato una autentica bufera contro il fondatore di Tesla, accusato non solo sul web, ma anche dai media e dal mondo della politica internazionale. “Non accettiamo il suo sostegno all’estrema destra”, ha tuonato dal Forum economico di Davos il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
In Italia, oltre alle critiche di Pd e Verdi nei confronti del controverso gesto del miliardario, il collettivo di studenti Cambiare rotta ha realizzato un fantoccio con la faccia di Musk e l’ha appeso a testa in giù ad un cancello di piazzale Loreto. Il riferimento diretto a quanto accaduto al cadavere di Benito Mussolini nel 1945 è fin troppo evidente. “Quello di Elon Musk è la rappresentazione teatrale consapevole e follemente lucida di una mostruosità che, ottant’anni dopo, è tornata all’improvviso possibile riprodurre davanti a un pubblico in delirio, è stato il commento dell’ANPI.
Le polemiche sono seguite all’appoggio di Elon Musk al partito tedesco di estrema destra AfD, che già in precedenza aveva suscitato la condanna dei politici tradizionali, che lo hanno accusato di interferenze elettorali e di promuovere l’estremismo in vista delle elezioni di febbraio 2025.
La replica di Musk a chi da quasi ogni angolo del pianeta ha attaccato duramente l’accaduto non si è fatta attendere. Il magnate della tecnologia si è difeso, coadiuvato dalle parole del suo collaboratore italiano Andrea Stroppa: “È autistico, il suo gesto è stato frainteso, voleva solo esprimere i suoi sentimenti. Quel gesto stava a significare che è pronto a donare il proprio cuore per chi lo sostiene”. Stroppa ha poi concluso dicendo che a Musk “non piacciono gli estremisti”. A sottolineare ulteriormente il concetto è intervenuto anche il diretto interessato: “I miei detrattori avrebbero bisogno di trucchi sporchi migliori”.
Quali sono le origini del saluto romano
Il saluto romano è noto anche come il saluto fascista introdotto da Benito Mussolini ed è un saluto che si esegue con il braccio destro teso, formando un angolo di circa 135 gradi rispetto al corpo, con le dita della mano unite.
In realtà con l’antica Roma c’entra ben poco, nonostante quanto dica il suo nome. La storia del saluto romano è complessa e si intreccia con la reinterpretazione storica e ideologica di diverse epoche. Infatti, non ci sono prove che questo gesto fosse effettivamente utilizzato nell’antica Roma come forma codificata di saluto. Gran parte della sua storia è legata a miti, fraintendimenti e reinterpretazioni moderne.
Durante il Rinascimento, con il revival dell’antichità classica, l’arte e la letteratura ripresero elementi dell’iconografia romana. In alcune opere il gesto del braccio teso venne associato agli antichi Romani, ma senza una base storica solida.
Nel XIX secolo, il gesto del braccio teso iniziò a essere utilizzato come simbolo in contesti culturali e artistici. Il dipinto Il giuramento degli Orazi del 1784 raffigura il gesto del braccio teso, contribuendo a consolidare l’associazione del gesto con il mondo antico e i valori di unità e lealtà.
Il vero significato e il legame col fascismo
È negli anni ’20 del Novecento che il saluto è diventato quello che tutti noi oggi conosciamo. Fu adottato dal regime fascista di Benito Mussolini come suo saluto ufficiale. La genesi di tale pratica viene anche ben documentata anche nella serie televisiva “M, l’uomo del secolo” con protagonista Luca Marinelli. Circa un secolo fa, il saluto romano venne reso obbligatorio in molte cerimonie pubbliche e istituzionali.
Il saluto era usato anche nella Germania nazista e in altri regimi autoritari di destra. Nel Paese teutonico è noto anche come “saluto hitleriano” e aveva un significato di lealtà al Führer e all’ideologia nazionalsocialista.
È legale fare il saluto romano in Italia?
Oggi il saluto romano è diffuso nei movimenti neofascisti. In alcuni Paesi, tra i quali l’Italia, tale gesto è vietato dalle legge, ma il divieto si applica solo in specifiche circostanze. Viene associato all’apologia del fascismo e alla propaganda di ideologie totalitarie.
La Legge Scelba vieta la ricostituzione del Partito Fascista e punisce l’apologia del fascismo, cioè l’esaltazione pubblica di persone, simboli o gesti legati al regime. La Legge Mancino sanziona atti di propaganda razzista, xenofoba o di incitamento all’odio, compresi gesti come il saluto romano, se utilizzati in contesti che incitano alla violenza o discriminazione. In diverse occasioni la Corte di Cassazione ha confermato che il saluto romano costituisce un reato se fatto in contesti pubblici e con finalità di esaltazione del fascismo. Tuttavia, il gesto può essere considerato lecito in contesti privati o simbolici, purché non vi sia l’intento di propaganda o incitamento all’odio.
I contesti vietati dalla legge sono gli eventi pubblici, i luoghi istituzionali e i raduni sportivi. Chi esegue il saluto romano in Italia, se giudicato colpevole di apologia del fascismo o propaganda razzista, rischia, multe, divieto di partecipare ad eventi pubblici e una pena detentiva che, nei casi più gravi, può arrivare ai 3 anni.