L’oro è uno dei metalli più ambiti e misteriosi della storia umana. Sin dall’antichità, l’uomo ha scavato e esplorato ogni angolo del pianeta per trovare nuove fonti di questo metallo così prezioso. Ma la terra nasconde ancora segreti straordinari. Secondo recenti studi scientifici, i vulcani, oltre a essere fonti di spettacolare energia, sono anche scrigni pieni d’oro. Questo perché alcuni processi geologici permettono all’oro, sepolto nel mantello terrestre, di raggiungere la superficie, dove può essere estratto. La scoperta non solo getta nuova luce sulla geologia, ma potrebbe rivoluzionare l’industria mineraria, riducendo costi e tempi di esplorazione.
Come fa l’oro ad arrivare in superficie?
Gran parte dell’oro presente sulla Terra si trova intrappolato nel mantello, il massiccio strato tra la crosta e il nucleo esterno. Tuttavia, una piccola parte riesce a farsi strada verso la superficie grazie a un fenomeno straordinario legato al ruolo dello zolfo. Quando l’oro si trova in presenza di specifiche molecole di zolfo, come il trisulfuro o il bisolfuro, si forma un complesso altamente mobile che viene spinto verso l’alto attraverso i movimenti tettonici.
Questi processi sono particolarmente attivi nelle zone di subduzione, ovvero aree dove una placca tettonica scivola sotto un’altra, creando vulcani e terremoti. Durante l’attività vulcanica, il magma arricchito di oro raggiunge la crosta terrestre, depositando il prezioso metallo in quantità significative. Ad esempio, la cosiddetta “cintura di fuoco” del Pacifico, che include regioni come il Giappone, l’Indonesia e le coste americane, è famosa per le sue eruzioni vulcaniche, ma ora sappiamo che è anche una delle maggiori fonti di giacimenti d’oro.
Zolfo e oro sono una relazione chimica sorprendente che nasce nei vulcani
Un aspetto cruciale di questa scoperta è il ruolo delle diverse forme di zolfo nel trasporto dell’oro verso l’esterno. Recenti studi scientifici hanno evidenziato come lo zolfo, sotto specifiche condizioni di pressione e temperatura, crei legami molecolari con l’oro, trasformandolo in un complesso solubile.
In particolare, alcuni scienziati sostengono che il trisulfuro sia il principale responsabile del trasporto dell’oro dalle profondità del mantello fino alla crosta. Altri, invece, puntano sul bisolfuro, una molecola altrettanto efficace, che secondo esperimenti recenti potrebbe resistere a temperature elevatissime, come quelle presenti nelle magme naturali. Questa discussione tra scienziati aiuta a capire meglio come si formano i giacimenti d’oro, il che potrebbe portare a metodi più semplici, veloci e rispettosi dell’ambiente per estrarre l’oro.
Oltre all’aspetto economico, l’oro rimane un simbolo di rarità e valore in molte culture. Mentre la scienza svela i segreti della sua formazione, resta il fascino intatto che questo metallo esercita sulle persone, dalla sua storia millenaria fino alle applicazioni moderne nell’elettronica e nella medicina.