L’attività solare del 2025 è particolarmente intensa, lo dimostra la tempesta geomagnetica iniziata fra il 28 e il 29 maggio. La conferma è arrivata anche dal Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia americana NOAA. A scaturirli pare siano stati gli effetti del flusso ad alta velocità creato da un buco coronale. Si tratta di una zona, nello strato più esterno dell’atmosfera del Sole, nella quale il campo magnetico si apre verso l’esterno, facendo uscire il vento solare.
Il picco della tempesta solare ha raggiunto la classe G3, quella intermedia considerando una scala che va G1 a G5, per poi attenuarsi attestandosi al livello più basso. Sinora non ci sono state conseguenze apprezzabili per la Terra, ma l’intensità potrebbe aumentare. Inoltre, non è detto che il fatto di essere stati fortunati sinora si verifichi in futuro con i prossimi eventi.
La più potente mai registrata 14.300 anni fa
Gli astronomi hanno rilevato una super tempesta geomagnetica risalente a 14.300 anni fa. A dirlo sono stati gli anelli di alcuni alberi che, così come segnano il passare degli anni, riescono a intrappolare isotopi dall’atmosfera, incluso il carbonio-14 che – in questi casi – aumenta considerevolmente. Si tratta di un’evidenza che, con ogni probabilità, questa è stata una tempesta solare molto più forte di tutte quelle registrate in epoca moderna. Ha superato anche l’evento Miyake del 774-775 d.C. e studiarla permette di valutare i rischi che si correrebbero oggi.
Per intendersi, con l’evento di Miyake si intende un fenomeno astrofisico che porta a un incremento della produzione di nuclidi cosmogenici nelle interazioni fra i raggi cosmici e la parte più alta dell’atmosfera terrestre. Gli studiosi hanno notato un aumento della concentrazione dell’isotopo radioattivo 14C negli anelli di accrescimento degli alberi, e degli isotopi 10Be e 36Cl nelle carote di ghiaccio.
L’evento di Carrington del 1859: il mondo in tilt
Particolarmente significativo, per comprendere cosa potrebbe succedere se un super tempesta solare colpisse la Terra, è quello che gli esperti conoscono come l’evento di Carrington e che risale al 1859. Si chiama così per l’astronomo che l’ha studiata, Richard Carrington che, grazie al suo approfondimento sulle macchie solari, è stato il precursore anche della Legge di Spörer.
Gli effetti sul nostro pianeta sono stati registrati dal 28 agosto al 2 settembre di quell’anno. Si sono registrate interruzioni telegrafiche per 14 ore e si è assistito a una aurora boreale a latitudini atipiche. Si è vista anche a Roma, in Giamaica, a Cuba e alle Hawaii.
Satelliti, GPS, internet: quanto siamo vulnerabili oggi
Una super tempesta solare oggi potrebbe provocare problemi ai sistemi di navigazione satellitare e alle comunicazioni radio. Inoltre, è possibile che si assista di nuovo ad aurore boreali in aree del pianeta in cui normalmente non si verificano.
Queste aree di turbolenza ruotano insieme al Sole e al loro interno possono formarsi onde d’urto che ricordano le espulsioni di massa coronale. Le Cme, quando incontrano il campo magnetico terrestre, sono le responsabili più frequenti delle tempeste geomagnetiche.
Siamo pronti a una nuova super tempesta?
Se una tempesta solare come quella di oltre 14.000 anni fa si verificasse oggi potrebbe guastare la rete elettrica, interrompere il funzionamento dei satelliti e dei GPS e mettere a rischio radiazioni gli astronauti e i voli ad alta quota.
Considerando quanto oggi l’uomo sia dipendente dalla tecnologia, molto più di quanto non lo fosse in passato, un evento del genere potrebbe mettere in estrema difficoltà la gestione di tutti gli aspetti della vita moderna.