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BUONO A SAPERSI 26 FEBBRAIO 2024

Truffa dell’orologio rotto: come difendersi dai ladri in città

I raggiri sono sempre dietro l’angolo e i malintenzionati non sono solo quelli armati di pistola e passamontagna che irrompono nelle banche per fare una rapina. Ci sono circostanze molto più subdole e, se vogliamo, difficili da riconoscere a un primo sguardo. È il caso della truffa dell’orologio rotto, che per molti versi ricorda quella dello specchietto rotto.

In entrambi i casi a essere presi alla sprovvista sono alcuni automobilisti che vengono accusati di un danno in realtà mai causato. E, come sempre, per difendersi l’arma migliore è conoscere le dinamiche e i dettagli a cui prestare attenzione per non cadere nella trappola.

“Mi ha rotto l’orologio con l’auto”, ma è una truffa: il caso

La truffa dell’orologio rotto, come spesso accade, si basa su un’accusa infondata. È quello che è successo a una donna a Roma, alla quale è stata attribuita la responsabilità di un danno mai commesso. Ovviamente, a fronte di una presunta colpa, le è stato chiesto un risarcimento di 120 euro.

“Signora, si fermi. Non lo vede? Con l’auto mi ha spaccato l’orologio”, ad aver pronunciato questa frase è stato un 25enne, ma non è stato il solo a mettere in atto la commedia perfetta nel tentativo di estorcere denaro a ignare vittime. La dinamica, infatti, è sempre la stessa.

Nel caso specifico, accaduto a febbraio 2024, la donna, sicura di non aver commesso nulla di sbagliato, ha fermato una pattuglia della Polizia che è intervenuta e ha subito chiesto delucidazioni alla fantomatica parte lesa.

La reazione ha subito chiarito la situazione. Il giovane, messo alle strette, ha dato una brutta risposta e ha cercato di scappare. Per fortuna, però, gli agenti sono riusciti a fermarlo e ad arrestarlo per truffa, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale.

Come funziona la truffa dell’orologio rotto e a cosa stare attenti

Un finto passante prende di mira una persona che cammina in auto a velocità moderata e la invita a fermarsi. Quest’ultima viene accusata di avere danneggiato un orologio – in realtà già rotto appositamente per inscenare il raggiro – e invitata a risarcire il danno con una cifra di un centinaio di euro.

La truffa dell’orologio rotto è relativamente recente, così come la truffa del sapone. A lanciare l’allarme nella Capitale è stata l’avvocata Eleonora Piraino: “Mentre transitavo su viale Mazzini con la macchina hanno tentato di farmi la truffa dell’orologio rotto”.

“Una botta alla macchina, dallo specchietto vedo un ragazzo che sbraccia, mi fermo ma non scendo, apro un po’ il finestrino e il ragazzo che mi raggiunge correndo mi dice che l’ho toccato con la macchina e che gli ho rotto l’orologio”, ha spiegato alla stampa.

Il punto, però, è che l’urto non c’è mai stato, viene simulato e il truffato si sente confuso rispetto a qualcosa che non si spiega possa essere successa senza che se ne sia nemmeno accorto. Ed è su questo stato d’animo che gioca il delinquente.

Non è raro che – nel dubbio e in buona fede – le vittime decidano di risolvere la questione in maniera bonaria e informale, accettando di risarcire in contanti un danno mai commesso, come succedeva con la truffa dello specchietto. Nulla di più sbagliato, ovviamente.

Ecco allora che è importante sapere come comportarsi per verificare di non essere finiti nel mirino di un delinquente e fare in modo che si dilegui se effettivamente non si tratta di un reale incidente.

Chi chiamare in caso di truffa: i numeri utili delle forze dell’ordine

Se si teme di essere stati vittime della truffa dell’orologio rotto, è bene mettersi in contatto con le forze dell’ordine o fermare direttamente una pattuglia se se ne ha la possibilità.

Si tratta di un ottimo deterrente, quantomeno per testare la reazione di chi accusa. Se l’incidente è reale, il danneggiato non scappa e aspetta di chiarire la dinamica, altrimenti si mette in fuga.

Il numero da contattare in questi casi è quello unico per le emergenze, il 112. Le forze dell’ordine arriveranno e potranno soccorrere il malcapitato o fare da intermediari fra le parti.

Nel caso si tratti di un raggiro, il passo successivo ovviamente è quello di denunciare. Si tratta di una prassi da tenere a mente anche in altri contesti simili, per esempio quando si è vittime della truffa dei vestiti sporchi.

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