Per decenni, le onde anomale — quelle mura d’acqua improvvise e gigantesche raccontate dai marinai — sono state viste come leggende, superstizioni o fenomeni rari e imprevedibili. Il cambiamento climatico e gli eventi meteorologici estremi che colpiscono la Terra le hanno trasformate in un’inquietante realtà. Tuttavia, grazie a una recente ricerca guidata da un ricercatore italiano, il mistero che le avvolgeva è stato forse finalmente risolto.
Lo scienziato in questione è Francesco Fedele, professore associato presso la facoltà di Ingegneria Civile e Ambientale del Georgia Institute of Technology. È lui a guidare un team internazionale che ha condotto la più ampia analisi su onde marine mai fatta finora, con dati reali raccolti in mare aperto.
Le teorie sulle onde anomale
Il punto di partenza è stato l’evento del 1° gennaio 1995: quella data resta storica perché una gigantesca onda di 24 metri colpì la piattaforma petrolifera Draupner platform nel Mare del Nord. Fu la prima volta che un’onda anomala veniva misurata con strumenti reali; un dato che scolpì nella scienza ciò che prima era solo un mito.
Per anni, la spiegazione più accreditata sulla causa delle onde anomale è stata la teoria dell’instabilità modulazionale. Alla base c’è l’idea che piccole variazioni nella distanza o nel tempo tra le onde possano far concentrare tutta l’energia in una singola onda molto alta. Ma quella teoria funzionava solo in contesti zionizzati, come esperimenti di laboratorio o canali dove l’energia delle onde procede in una direzione.
La scoperta che rivoluziona le ipotesi sul fenomeno
Analizzando 18 anni di registrazioni nel Mare del Nord — circa 27.500 misurazioni su onde reali, ciascuna della durata di 30 minuti — il team di Fedele non ha trovato traccia di fenomeni di instabilità modulazionale nei casi di onde anomale. Secondo lo studio, sono il risultato della combinazione di due fenomeni ordinari, naturali e tipici del moto ondoso, che in rare occasioni si uniscono con effetti disastrosi:
Quando questi due meccanismi si sovrappongono — ovvero quando onde diverse si allineano grazie alla focalizzazione lineare e contemporaneamente la non linearità fa aumentare la cresta — può nascere un’onda anomala: imponente, imprevedibile e potenzialmente pericolosa. Il merito di questa interpretazione è che definisce le onde anomale come fenomeni naturali, spiegabili e non eccezioni misteriose e leggendarie.
Le implicazioni per il mare e la navigazione
Questo risultato, che spiega scientificamente la causa delle onde anomale, cambia profondamente il modo in cui vanno considerati certi fenomeni. Non sono più eventi rari e imprevedibili: sono conseguenze naturali — potenzialmente prevedibili — delle dinamiche del mare. Per navi, piattaforme petrolifere, strutture offshore e anche per la progettazione costiera significa che i modelli di rischio devono essere aggiornati. Le aree devono essere dimensionate tenendo conto che, in certe condizioni, quelle onde da incubo possono davvero arrivare.
Grazie allo studio di Francesco Fedele e del suo team, sappiamo che non ci sono forze ultraterrene alla base di queste onde gigantesche: soltanto le leggi naturali del mare che a volte, in condizioni favorevoli, si combinano per generare fenomeni estremi. Il segreto delle onde anomale non è un mistero: è la fisica del mare. E ora che l’abbiamo capita meglio, possiamo cominciare a convivere con essa e, se necessario, cercare di prevederla.