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La minaccia del vulcano La Cumbre: allerta alta sull'isola

Eruzione spettacolare del vulcano La Cumbre, situato sull’isola Fernandina nell’arcipelago delle Galapagos in Ecuador. Nella terra che aiutò Darwin nella sua teoria dell’evoluzione, il vulcano ha ripreso la sua attività in maniera mozzafiato su un’isola che, seppur disabitata dall’uomo, è ricca di specie che però potrebbero essere minacciate dalla lava scesa a fiumi dal monte alto quasi 2.000 metri.

E su tutto l’arcipelago il governo ecuadoriano ha diramato la massima allerta, con la direzione del Parco Nazionale che da diramato l’allarme con le conseguenti precauzioni.

Eruzione spettacolare del vulcano La Cumbre

L’attività vulcanica nell’arcipelago delle Galapagos ha illuminato la notte nella zona dell’equatore. Dal mare, infatti, le immagini dell’eruzione vulcanica del La Cumbre sono state spettacolari, lasciando tutti a bocca aperta.

Il fenomeno ha avuto inizio domenica e si è protratto per diverse ore sull’isola Fernandina che, va detto, è disabitata dall’uomo. L’eruzione è stata rilevata attraverso sistemi satellitari che hanno individuato emissioni di gas e anomalie termiche, a testimonianza degli avanzati strumenti tecnologici a disposizione oggi dei vulcanologi. Questi sistemi consentono il monitoraggio in tempo reale dell’attività vulcanica, garantendo che qualsiasi potenziale minaccia per le aree circostanti possa essere affrontata rapidamente.

L’ultima eruzione di La Cumbre offre dati preziosi per i ricercatori che studiano il comportamento vulcanico e i suoi impatti ambientali. Prima di quella avvenuta domenica 3 marzo, la più recente del vulcano alto 1.476 metri (4.842 piedi) e situato a quasi 1.000 km (600 miglia) dalla terraferma ecuadoriana era stata nel 2020.

Massima allerta nelle Galapagos

Ma nonostante l’assenza di popolazione, con relativa mancanza di minaccia di vittime o danni a proprietà, quel che si teme è che le famosissime anziane tartarughe delle Galapagos possano rischiare grosso. La specie in via d’estinzione, infatti, popola l’isola e l’eruzione vulcanica potrebbe essere molto pericolosa per loro.

Per questo motivo il ministero dell’Ambiente, dell’Acqua e della Transizione ecologica ecuadoriano, che sta accompagnando l’evolversi della situazione, ha annunciato che verrà effettuato un monitoraggio per registrare eventuali cambiamenti nell’ecosistema, poiché “le eruzioni fanno parte del ciclo naturale delle isole e influenzano la particolare ecologia e biodiversità”.

I rischi per l’Italia e per il turismo

Il vulcano La Cumbre è uno dei più attivi della catena delle Galapagos e spesso ha arrecato non pochi pensieri al governo ecuadoriano negli ultimi anni. L’eruzione del 3 marzo, di certo, è una delle più volente dell’ultimo periodo, ma sembrerebbe non rappresentare minacce per il turismo e i siti accessibili ai visitatori non sono stati chiusi. Le autorità governative hanno anche spiegato che non è noto quanto durerà il fenomeno, né se il materiale espulso dal vulcano raggiungerà il mare.

Come avviene spesso per le eruzioni che avvengono in Europa, il pensiero però è andato subito ai possibili rischi per i Paesi vicini, ma anche quelli lontani. L’Italia è uno di questi, ma è chiaro che la lunga distanza dalle Galapagos rende nulli tutti i possibili rischi. L’unico potrebbe essere quello legato al traffico aereo se l’eruzione in atto dovesse portare il governo dell’Ecuador a decidere di chiudere lo spazio aereo, o limitarne l’accesso, a causa della cattiva visibilità dell’area che, va sottolineato, non è frequentata da velivoli di linea.

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