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CURIOSITÀ 12 MAGGIO 2025

Siamo spiati dalla tecnologia e ci fa male al cervello

Il Grande Fratello di George Orwell o il Panopticon di Jeremy Bentham sono state teorie filosofiche e di pura invenzione che, però, stanno diventando sempre più spesso realtà. Siamo spiati costantemente dalla tecnologia e questo provoca danni ingenti al cervello. Si mostra parte della propria vita sui social e si sa quali sono le abitudini economiche, dove si va e con chi. Ci sono telecamere invisibili ovunque e, con l’intelligenza artificiale, il riconoscimento facciale è immediato. Seppur i fini siano commerciali, resta il fatto che si sia sotto controllo perenne.

Tutto questo ha degli effetti sulla mente degli individui, conseguenze che sono state studiate in ambito psicologico. “È uno dei primi argomenti a essere stato studiato in psicologia”, ha dichiarato Clément Belletier, psicologo dell’Università di Clermont Auvergne in Francia. Gli studi hanno dimostrato come i comportamenti subiscano una modificazione quando ci si sente osservati, è la conseguenza di volere preservare la propria reputazione. E, in questo contesto, ci sono conseguenze sulla salute mentale collettiva.

La sorveglianza perenne altera memoria e attenzione

Essere spiati dalla nuova tecnologia provoca danni al cervello, e non è solo una questione di dipendenza da smartphone. Anche stare semplicemente in mezzo alla folla e scoprire di essere osservati è un segnale sociale che spinge l’uomo a studiare quali possano essere le intenzioni altrui. È un istinto che hanno anche i neonati e che appartiene a tutto il mondo animale. A livello cosciente, ci si comporta diversamente quando si viene osservati. Ed è per questo che la sorveglianza si è pensato fosse un potente deterrente, messa al servizio del bene sociale.

Tuttavia, pare che ci siano conseguenze anche su funzioni cognitive come la memoria e l’attenzione. Uno studio ha dimostrato come essere spiati faccia distrarre perché ci si concentra maggiormente su chi sta osservando, questo è nocivo se si sta svolgendo un qualche compito. Anche la cognizione spaziale e la capacità di utilizzare il linguaggio subiscono delle alterazioni, a dirlo è stata un’altra ricerca scientifica.

Gli esperimenti sugli effetti sul cervello

“Essere osservati spinge questo meccanismo di sopravvivenza innato a un livello superiore – ha spiegato il neuroscienziato Kiley Seymour dell’University of Technology di Sydney – Si entra in modalità ‘attacco o fuga’, il che è a dura prova per il cervello”. A incidere negativamente, secondo gli esperti, sono condizioni pregresse come l’ansia sociale e la schizofrenia. Le persone affette da determinati disturbi, in genere, sono ipersensibili agli occhi puntati addosso. “Direi che la costante sorveglianza del mondo moderno ci sta spingendo tutti in quella direzione, in una certa misura – ha affermato Seymour – Il che significa che siamo tutti più in sintonia con il nostro ambiente sociale e tesi, pronti a reagire”.

Gli esperimenti hanno mostrato come sia davvero pesante gestire una situazione in cui si sa di potere essere spiati costantemente, ma non quando. Si vive in quella che si definisce una prigione. E, se ci si pensa, è in questo stato d’animo che molto spesso vivono le persone. Ecco allora che le conseguenze sulla salute mentale della collettività sono potenzialmente incalcolabili.

Introdurre una maggiore sorveglianza nei luoghi di lavoro, per aumentare la produttività, in realtà, potrebbe dimostrarsi controproducente. Lo stesso vale nei luoghi in cui si fanno test online. Secondo Clara Colombatto dell’University of Waterloo, in Ontario, rispetto a 50 anni fa la situazione era molto diversa e ci si sta abituando a una maggiore connessione sociale, tuttavia è importante riflettere su come questo cambierà la nostra cognizione, anche in modo inconscio”.

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